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Baby gang, allarme della Dia di Napoli

Le mafie continuano a reclutare ‘soldati’ per allargare le fila della criminalità. l giovani sono particolarmente attratti dal potere criminale ma sono anche diretta espressione di una deriva sociale ed occupazionale. L’allarme è stato lanciato dalla Dia di Napoli.

Espressione di una vera e propria deriva socio-criminale», è così che la Direzione investigativa antimafia di Napoli, definisce e tratteggia le baby gang. L’analisi è contenuta nell’ultima relazione presentata in Parlamento e si parla di azioni connotate spesso da «ingiustificata ferocia», che sfociano in episodi di bullismo metropolitano e atti vandalici. La maggior parte delle volte le gang sono formate da ragazzi considerati a rischio di devianza per problematiche familiari o perché cresciuti in contesti che non offrono momenti di aggregazione sociale. Sono questi alcuni dei fattori che concorrono ad un percorso di arruolamento nelle fila delle consorterie criminali.

I minori come soldati della criminalità

Secondo la Direzione investigativa antimafia i minori «rappresentano un ‘esercitò di riserva per la criminalità, da impiegare, in particolare, nelle attività di spaccio delle sostanze stupefacenti ove, come più volte emerso dalle attività investigative, partecipano persino i bambini», che vengono impiegati come ‘pony express’ per le consegne a domicilio. Non è solo una questione di guadagno, i ragazzi che accettano di farlo cercano potere e pensano di poterlo raggiungere facilmente scalando le posizioni criminali.

Il tutto, stando all’analisi della Dia, sarebbe una diretta conseguenza della progressiva scomparsa dei capi carismatici di camorra il cui ruolo è stato assunto da familiari o elementi di secondo piano, che non sempre hanno mostrato pari capacità nella guida dei gruppi criminali. Di fronte ai rapidi mutamenti dei contesti locali e per affermarsi come protagonisti, evidenzia la Dia, «questi giovani delinquenti hanno spesso fatto ricorso ad azioni violente».Nell’analizzare il fenomeno la Dia sottolinea anche come le mafie, nonostante “la forte azione repressiva dello Stato”, continuino ad avere una “capacità attrattiva” sulle giovani generazioni, non solo nel caso di figli di boss o di ragazzi provenienti da famiglie mafiose ma anche e soprattutto quando queste fanno parte di un bacino molto più grande di “reclutamento generale” dal quale “attingere manovalanza criminale”

In alcune zone, il dramma sociale è di allarmante evidenza. Ci sono infatti, pregiudicati poco più che adolescenti che si ergono a capi di gruppi emergenti, tentando di assumere il predominio nel controllo del territorio e degli affari illeciti, in particolare delle piazze di spaccio, delle attività estorsive ai danni degli esercizi commerciali e dei fiorenti mercati della contraffazione, con azioni connotate da notevole aggressività, con omicidi, attentati e sparatorie.

redazione

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