Bohemian Rhapsody come non l’avete mai sentita: emozioni e lacrime a Londra

Brian May e Roger Taylor

Brian May e Roger Taylor. Fonte foto www.wikipedia.org-ireporters.it

Franco Vallesi

17 Settembre 2025

L’esibizione orchestrale alla Royal Albert Hall ha emozionato migliaia di spettatori in sala e milioni in tv: un tributo moderno ma profondamente legato allo spirito dei Queen. Per i 50 anni di Bohemian Rhapsody, un evento unico ha riportato in vita la magia dei Queen, tra commozione, omaggi e addii illustri sul palco.

LONDRA – Cinquant’anni dopo la sua nascita, Bohemian Rhapsody continua a risuonare come un’eco senza tempo. Questa volta, la cornice è stata quella solenne e maestosa della Royal Albert Hall, dove il celebre brano dei Queen è stato riproposto in una nuova, potente versione orchestrale, in occasione della chiusura della 130ª edizione dei Proms, storico festival britannico.

L’emozione è stata tangibile sin dalle prime note. Brian May, chitarra in mano, ha confessato di essere stato sopraffatto dal momento: «È stata una serata molto emozionante. Quasi troppo». Il pubblico in sala, composto da diverse migliaia di persone, e i milioni collegati in televisione hanno accolto con calore ogni nota. May è entrato leggermente in ritardo per il leggendario assolo, ma la magia è rimasta intatta.

Un’esibizione che unisce passato e presente

A prendere la voce solista della performance è stato Sam Oladeinde, tenore molto noto a Londra per aver calcato i palcoscenici di musical come Hamilton e Les Misérables. La sua interpretazione ha saputo omaggiare con rispetto e originalità Freddie Mercury, a cui però è stato lasciato l’onore delle ultime parole del brano. Grazie a una registrazione d’epoca, la voce originale del frontman è risuonata nel finale con il celebre verso: “anyway the wind blows”.

Un momento che ha commosso tutti. Roger Taylor, alla batteria, ha accompagnato l’esibizione completando idealmente il quadro della band originale, in una cornice orchestrale che ha saputo valorizzare l’essenza rock e lirica della canzone.

Queen
Brian May e Roger Taylor. Fonte foto www.wikipedia.org-ireporters.it

Dietro questo progetto c’è un lavoro congiunto che ha richiesto mesi di adattamento, arrangiamento e prove. L’idea era quella di celebrare il cinquantesimo anniversario di uno dei brani più rivoluzionari della storia musicale, senza scimmiottarne la forma, ma rinnovandone il respiro con una veste sinfonica.

Gli altri momenti chiave del concerto finale dei Proms

Ma la serata non è stata soltanto Bohemian Rhapsody. Il concerto di chiusura dei Proms, festival simbolo dell’estate musicale britannica, ha visto alternarsi sul palco alcuni dei nomi più importanti della scena classica e contemporanea.

A commuovere è stato soprattutto l’addio al palcoscenico di Alison Balsom, considerata una delle migliori trombettiste al mondo. Per l’occasione, Balsom ha scelto un brano che ha segnato la sua vita: il Concerto per tromba di Johann Hummel, ascoltato per la prima volta da bambina e diventato la scintilla che l’ha spinta a studiare musica. La trombettista, legata sentimentalmente al regista Sam Mendes, ha salutato così il pubblico e la sua carriera da solista, con eleganza e gratitudine.

Altro momento di forte impatto è stato il medley tratto dal musical My Fair Lady, affidato alla soprano Louise Alder. La cantante ha interpretato anche Rule Britannia, tradizionale inno di chiusura del festival. Curiosità che ha fatto sorridere molti: Alder è incinta, e ha confidato che la gravidanza l’ha aiutata a controllare meglio il respiro e la voce durante l’esecuzione. Un dettaglio che ha reso la sua performance ancora più intensa e intima.

In una serata dove le emozioni si sono alternate tra nostalgia e celebrazione, la Royal Albert Hall ha dimostrato ancora una volta di essere non solo un luogo di musica, ma un palcoscenico di memoria collettiva.

Un evento che celebra la memoria, la musica e il cambiamento

Il concerto finale dei Proms 2025 non è stato solo un tributo a Freddie Mercury o ai Queen, ma un rito collettivo che ha raccontato, attraverso la musica, il passaggio del tempo. Da una canzone che ha rivoluzionato il rock a una solista che lascia il suo strumento dopo decenni, fino a una cantante che condivide il palco con una nuova vita dentro di sé: tutto è sembrato ruotare intorno al tema della trasformazione.

E in un mondo dove la velocità spesso lascia indietro la memoria, eventi come questi diventano fondamentali per rinnovare il legame tra passato e presente, tra mito e realtà. A 50 anni dalla sua nascita, Bohemian Rhapsody non ha perso la sua voce: ha solo trovato nuove forme per continuare a parlare.

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