Dovevano effettuare per conto del Comune attività di vigilanza ambientale in un territorio degradato come quello di Castel Volturno, sul litorale casertano, segnalando eventuali criticità a polizia municipale e forze dell’ordine, ma ben presto – secondo i giudici – si trasformarono in “para-poliziotti”, sequestrando camion che sversavano immondizia, fermando auto per strada, chiedendo autorizzazioni nei locali pubblici.
Undici persone, ex guardie ambientali, sono state così condannate dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a pene dagli otto mesi ad un anno e dieci mesi di reclusione per i reati di usurpazione di funzioni pubbliche e possesso di segni distintivi e altri materiali in uso ai corpi di polizia; i giudici hanno però assolto perché il fatto non sussiste l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo e i tre ex assessori della sua giunta Rosalba Scafuro, Paola Salmon Coen e Flavio Mongirulli, tutti accusati di abuso d’ufficio; assolto anche il dirigente del settore ecologia Gianni Solino.
Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha coordinato le indagini e retto l’accusa in dibattimento, Russo e gli altri amministratori avrebbero concesso poteri non leciti alle guardie ambientali sulla base di una convenzione, datata ottobre 2015, poi ratificata con apposita delibera di giunta. Tre mesi dopo la firma, nel gennaio 2016, la delibera fu revocata, ma nei tre mesi di attività – secondo i giudici – le guardie ambientali adottarono provvedimenti che esorbitavano dalle loro competenze. “Il paradosso – spiega Russo dopo l’assoluzione – è che la Procura convalidava i sequestri effettuati dalle guardie ambientali, mentre noi dell’amministrazione avevamo seri dubbi sui poteri che loro esercitavano, tanto che revocammo la delibera dopo pochi mesi. Ero comunque certo che alla fine sarebbe emersa la mancanza di responsabilità della mia giunta”.
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