Ambiente

La Cina è stata coinvolta in uno “scandalo ecologico” con l’Ecuador

Il luogo della disputa sono le isole Galapagos, che fanno parte del territorio del paese sudamericano e sono patrimonio dell’umanità. Il gruppo ambientalista Ecoagents ha denunciato Pechino per lo sversamento di rifiuti di plastica nelle acque circostanti la zona

Il gruppo ambientalista ecuadoriano Ecoagents ha lanciato un appello urgente al governo cinese per porre fine alla pratica di scaricare rifiuti di plastica nelle acque circostanti le Isole Galapagos. Questa richiesta viene formulata in risposta all’aumento dei problemi di inquinamento marino che minacciano la biodiversità unica di questo arcipelago, patrimonio dell’umanità. L’appello di Ecoagents alla Cina è un monito sull’importanza di preservare gli ecosistemi marini.

L’appello di Ecoagents

Ecoagents ha evidenziato come ogni anno circa 160 tonnellate di plastica vengano raccolte lungo le coste delle Galapagos. Una parte significativa di questi rifiuti proviene dalle imbarcazioni della flotta peschereccia cinese. Questi detriti vengono trasportati dalla corrente di Humboldt, che scorre lungo la costa sudamericana, fino a raggiungere le isole, causando gravi danni all’ecosistema marino locale.

Spiaggia inquinata | Unsplash @fotoblend – ireporters.it

La situazione è diventata così critica che Ecoagents ha organizzato una protesta a Quito, culminata in un sit-in davanti all’ambasciata cinese. Durante l’evento, i manifestanti hanno presentato una petizione al governo cinese, chiedendo interventi concreti per ridurre l’inquinamento da plastica causato dalle navi pescherecce.

L’inquinamento marittimo e le Galapagos

Il problema dei rifiuti plastici nelle Galapagos non è nuovo. Da oltre un decennio, Ecoagents e altre organizzazioni locali si sono impegnate a pulire le spiagge e a raccogliere la plastica accumulata sulle isole. La situazione peggiora notevolmente tra luglio e ottobre, quando la presenza di navi da pesca internazionali è particolarmente elevata.

Alberto Andrade, coordinatore del collettivo Frente Insular, ha sottolineato che il 30% dei rifiuti plastici raccolti sulle isole proviene da navi asiatiche. Questo dato evidenzia la necessità di un maggiore controllo e di una maggiore responsabilizzazione delle flotte pescherecce internazionali.

Il ruolo delle autorità ecuadoriane

Il Ministero dell’Ambiente dell’Ecuador ha confermato che solo il 16% della plastica trovata sulle coste delle Galapagos è di origine locale, mentre il resto proviene da fonti internazionali. Questo rafforza l’urgenza di azioni diplomatiche per proteggere l’ecosistema delle Galapagos e per promuovere una gestione più sostenibile dei rifiuti a bordo delle imbarcazioni.

Un appello internazionale

L’iniziativa di Ecoagents rappresenta un passo importante verso la salvaguardia di uno dei luoghi più preziosi del pianeta. Le Isole Galapagos ospitano una biodiversità unica, con specie che non si trovano in nessun’altra parte del mondo. L’inquinamento marino minaccia direttamente questo fragile equilibrio ecologico.

La comunità internazionale è chiamata a rispondere a questo appello, collaborando per trovare soluzioni efficaci contro l’inquinamento marino. La plastica negli oceani è un problema globale che richiede uno sforzo concertato e azioni coordinate tra le nazioni.

La risposta della Cina

La risposta del governo cinese a questa petizione è attesa con grande interesse. La Cina, con una delle più grandi flotte pescherecce del mondo, ha un ruolo cruciale nella gestione sostenibile dei rifiuti marini. L’adozione di pratiche più responsabili da parte delle imbarcazioni cinesi potrebbe avere un impatto significativo nella riduzione dell’inquinamento nelle Galapagos.

Andrea Zoccolan

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