La Didattica a distanza, il Covid 19, il mondo percepito attraverso uno schermo e le relazioni limitate all’osso, costringono spesso ad un isolamento emotivo che nasconde ben altri rischi. Come e cosa fare per evitare di chiudersi in se stessi? Ne parla uno studente del Garofano di Capua.
Un numero altissimo di vittime e di contagiati in tutto il mondo. Un mondo, questo, in cui il Covid ha preso e trascinato con forza persone in cielo, obbligandole ad imparare a volare; un mondo, questo, in cui altre persone hanno quasi preso il volo ma per fortuna sono riuscite a restare. Un’arma che abbiamo per combattere la solitudine imposta da questo virus è la musica. La musica c’è chi la considera una sorella, chi una moglie, chi addirittura un’amante, perché la musica è vita, l’abbiamo nel sangue e riesce a farci compagnia sempre, non tradisce mai e si adatta ad ogni momento, facendo anche da spalla su cui piangere nei momenti bui, come questo. Il Covid 19 ha messo tutti i musicisti al tappeto, perché un musicista ha il desiderio di trasmettere le proprie emozioni su un palco, arrivando con la propria musica al cuore degli spettatori. E ora? Tutto questo dov’è? Abbiamo cantato dai balconi, urlando per arrivare fin lassù, abbiamo usato i social per farci sentire, per arrivare nelle case delle persone, senza il contatto fisico, ma la musica e l’essere vicini vanno molto d’accordo, perché la musica va fatta guardando negli occhi le persone a cui si comunica, non attraverso uno schermo.
La musica rinascerà e quando tutto sarà finito torneremo a rivedere le stelle, un po’ come le parole della splendida canzone “Rinascerò Rinascerai” di Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio, al quale però il Covid 19 non ha dato questa opportunità, dandogli direttamente il pass per il Paradiso e portando via un personaggio che ha scritto pagine indimenticabili della storia della musica italiana; evidentemente da lassù hanno chiesto un musicista per rallegrare un po’ le anime delle persone anche lì. Tutto questo troppo freddo per la musica, calda e sempre pronta a riscaldare i nostri cuori, anche a distanza ma, sperando quanto prima, soprattutto da vicino. Articolo a cura di Francesco Buro
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