Attualità

L’esperimento Bologna città a 30 km/h potrebbe concludersi? Inizia il percorso verso un referendum

Il referendum per eliminare il limite di velocità di 30 km/h a Bologna potrebbe diventare realtà grazie alla destra

Il Comitato dei Garanti del Comune di Bologna ha dichiarato ammissibile la richiesta sottoposta al vaglio dai partiti di destra, ovvero la proposta di tenere un referendum consultivo inerente al limite di 30 km/h imposto in alcune aree della città di Bologna a partire dallo scorso gennaio. 

Il nuovo limite di velocità è un tentativo da parte dell’amministrazione di centrosinistra di allinearsi con altre capitali europee, come Berlino, Barcellona, Bruxelles e Parigi, in cui tale provvedimento ha consentito di diminuire il numero di incidenti d’auto, soprattutto in determinate aree della città. 

Scadenze e limiti del referendum

I partiti avranno tre mesi di tempo per riuscire a raggiungere 9mila firme e in questo modo il referendum si terrà nei primi mesi del 2025.

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, appartenente al Partito Democratico, ha dato il suo benestare e ha accolto in modo favorevole la possibilità di effettuare il referendum, considerandola un’occasione di confronto e un modo per dare voce a chi già più di una volta ha espresso malcontento rispetto all’iniziativa città 30, che ricordiamo non è in vigore solo a Bologna ma in molte altre città italiane:

“Una bella e ulteriore occasione di partecipazione e di confronto: continuiamo a lavorare con serenità su questo provvedimento, che riteniamo fondamentale per salvare vite, migliorare la sicurezza e la qualità dello spazio pubblico”.

Insomma, nonostante Lepore si sia battuto e abbia sostenuto a lungo l’efficacia di città 30, si dimostra aperto al dialogo e al confronto con i residenti.

Come procede l’iniziativa città 30?

A quanto pare i benefici in questi primi mesi si sono già riscontrati. Infatti, gli incidenti sono diminuiti del 16% e ci sono stati ben 73 feriti in meno rispetto al periodo corrispondente nel 2023. Questo basterà a convincere i residenti che città 30 è una buona idea? Lo scopriremo al raggiungimento delle 9mila firme.

Città 30, funziona davvero? – Unsplash -ireporters.it

Bisogna tuttavia sottolineare che il risultato del referendum non sarebbe vincolante: anche se la maggior parte dei votanti si schierasse contro all’iniziativa città 30, l’amministrazione potrebbe scegliere di mantenerla intatta o, eventualmente, apportare delle modifiche ulteriori. Trattandosi però di un tema importante, su cui Lepore ha investito gran parte del suo impegno politico e amministrativo, una sconfitta risulterebbe un duro colpo per la stabilità politica della città.

Come attenuare gli effetti negativi di città 30

Le iniziative promosse per rendere più “vivibile” il provvedimento, sono state un ampliamento delle piste ciclabili e il tentativo di migliorare l’efficienza dei mezzi, per permettere ai cittadini di spostarsi con maggiore agilità nelle zone sottoposte al nuovo limite di velocità.

Questo non solo vuole essere un modo per incentivare mezzi alternativi per evitare il congestionamento delle strade, ma anche un tentativo di preservare l’ambiente, spingendo i cittadini a scegliere mezzi differenti rispetto all’auto privata.

Non ci resta che scoprire se e quando si terrà il referendum ora che il Comitato dei Garanti del Comune di Bologna ha accettato la richiesta, per poi verificare quale sarà il parere maggioritario e cosa deciderà di farsene di quell’informazione Lepore.

Alessia Barra

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