Sempre più numerose le attività commerciali cinesi dell’agro aversano. Sembrano resistere alla crisi economica.
Lanterne rosse e nomi delle loro città di provenienza. I bazar che i cinesi gestiscono in molti centri dell’agro aversano proliferano e occupano spazi sempre più ampi ed organizzati. Nei loro negozi puoi trovare una grande varietà di oggetti, dai vestiti alle scarpe, bijoux, addobbi natalizi. Per non parlare del mondo degli accessori per computer e telefoni cellulari. Ti serve un cavo per ricaricare lo smartphone? Da loro lo trovi di ogni misura.
Nei negozi dei cinesi i prezzi sono quasi sempre più convenienti e nella maggior parte dei casi si vendono prodotti che si ritrovano anche nei negozi italiani, vista la mole dei prodotti made in China importati in Italia. I cinesi che aprono attività commerciali di solito sono qui con tutta la famiglia, pagano regolarmente le tasse e anche migliaia di euro per il fitto di locali che spesso sono situati sulle principali arterie cittadine. A Teverola ad esempio c’è un enorme negozio proprio sulla via Appia, ma capita di trovarne almeno due per paese. La presenza dei cinesi, che spesso chiamano i negozi “Shanghai” o “Hong Kong”, non è però molto gradita ai commercianti italiani che già sono penalizzati dalla presenza dei centri commerciali e devono poi fare i conti con i prezzi estremamente bassi applicati dagli orientali.
Qualche anno fa addirittura a Teverola, all’esterno di un negozio, comparvero la scritta “odio cinese” ed una svastica. In un’altra scritta a Casaluce si consigliava di boicottare cinese e comprare italiano. Di certo gli instancabili lavoratori che arrivano in Italia ad investire i risparmi di una vita non sono molto amati dai loro concorrenti. “ Lavoriamo onestamente e cerchiamo di non dare fastidio a nessuno”, dicono i titolari di uno dei negozi che si trova lungo la strada che va da Frignano a Casal di Principe. E se gli esercenti li temono, i clienti li amano. Li chiamano con i nomi italianizzati e, ad ogni esigenza, sanno di poter trovare una risposta. Il “cinese” sotto casa diventa un punto di riferimento. E così Jian diventa Gianni e Zhen Luca. E nel mondo globalizzato, fra paure e difficoltà, si arricchisce l’incontro fra due mondi distanti eppure così vicini.
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