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Preside in trincea: “Qui dove lo Stato tarda, la mia scuola ha la luci sempre accese!”

Il grido di dolore della preside del parco Verde di Caivano, Eugenica Carfora, per la lunga chiusura della scuola, vero baluardo di resistenza in un territorio lasciato in balia dell’abbandono.

“Dove lo Stato tarda, c’è l’anti – Stato che avanza!”

“Quello che vedo qui fuori mi fa male, in questo posto non arriva nessuno a dare una mano alle persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare e vivere e dove lo Stato tarda, c’è l’anti -Stato che avanza, garantendosi crediti futuri”. E’ un grido di dolore l’allarme lanciato dalla dirigente scolastica dell’istituto Morano del Parco Verde di Caivano, Eugenia Carfora. Donna dal piglio deciso, pragmatica e appassionata, la preside è da anni in prima linea nel contrasto alla dispersione scolastica. In emergenza Covid 19, ha deciso di continuare ad accendere le luci della scuola, lanciando messaggi di speranza, soccorrendo da vicino chi ha necessità, curando i luoghi dell’istruzione e della formazione, in attesa di riabbracciare i suoi ragazzi e di sottrarli al buio.

“La scuola è una trincea di combattimento contro il buio e il silenzio”

Oggi però la preside si dispera perchè la scuola è chiusa e teme che gli alunni appartenenti a nuclei familiari fragili e che oggi si ritrovano soli, possano imboccare strade sbagliate. Chi oggi è in ginocchio, purtroppo, non ce la fa a dire ‘no’ a al pane ‘facile’. Uno scenario che si ripete da giorni anche in altri contesti, come pure ha denunciato il magistrato della Procura napoletana Catello Maresca. Anche nel parco Verde di Caivano, così come ha fatto sapere pure il parroco del posto, don Maurizio Patriciello, gli aiuti economici alle persone in difficoltà starebbero arrivando attraverso sistemi ben distanti da una sana rete di solidarietà.

“La didattica a distanza non può colmare il bisogno di accoglienza dei nostri ragazzi!”

“La gente ha fame, ma la legge del male, unitamente al buio e al silenzio – dice la dirigente scolastica – non fa beneficenza, piuttosto investe per ottenere consenso e asservimento ”. Oggi, che la scuola è chiusa, la situazione è ancora più grave. “Il dramma è che se viene meno anche la resistenza culturale e si spegne anche quella luce, si rischia di perdere, inesorabilmente, i nostri ragazzi speciali”

“La didattica a distanza non basta, i ragazzi del parco Verde hanno bisogno di carezze ed accoglienza”

La preside soffre per non poter garantire il sostegno agli alunni. “La didattica a distanza può andar bene per attuare i programmi d’insegnamento, ma gli abbracci e le carezze di cui hanno bisogno tanti ragazzi che hanno bisogno di fiducia ed accoglienza, quelli come si fa a sostituirli?”.

Carfora si augura che le scuole possano essere riaperte al più presto. “Il mio auspicio è che l’emergenza ci abbia fatto comprendere che per dare dignità alle persone c’è bisogno di non trascurare due cose fondamentali: la scuola e la sanità. Da questo spero che si possa ripartire per non lasciare nessuno indietro!”.

Alessandra Tommasino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

redazione

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