Sono otto gli anni di reclusione che la Corte d’Assise di Napoli ha inflitto a Carlo Diana, il meccanico che nel marzo del 2016 sparò ed uccise un ladro a Villa Literno. Tre i ladri che entrarono in azione, di cui uno fu ferito a morte. Avevano cercato di introdursi nell’abitazione dove l’uomo viveva con la famiglia e stavano per rubargli l’auto.
Carlo Diana di Villa Literno era stato indagato dalla procura di Napoli Nord per omicidio volontario ed eccesso di legittima difesa, in seguito alla morte di ladro 37enne di origini albanesi, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, ferito a morte dai colpi sparati dalla pistola regolarmente detenuta dal meccanico. Il ladro fu lasciato a terra sul posto dagli altri due complici, che poco prima avevano cercato di introdursi all’interno della villetta dove viveva Carlo Diana e tutta la sua famiglia. Diana ha sempre riferito di aver sparato quei colpi dal balcone,ma secondo alcuni filmati in possesso degli inquirenti le cose sarebbero andate diversamente. Il filmato non è il solo elemento che ha spinto la procura ad aggravare il quadro accusatorio, ma anche la perizia balistica secondo gli inquirenti “smentisce il meccanico”.
Carlo Diana si era sempre difeso facendo sapere di non “aver sparato per uccidere” ma solo per “difendere la mia famiglia”. L’uomo a Il Mattino aveva anche detto: ” Mia figlia, di ritorno da una festa, mi ha chiamato dicendomi che c’era un uomo nel cortile. Ho pensato a lei, in strada, all’altro mio figlio, che dormiva nella sua cameretta e non ho capito più nulla: non volevo fare del male a nessuno, tantomeno ho sparato per uccidere”. Nei giorni immediatamente successivi alla vicenda tutto il paese ed anche molti cittadini provenienti dalle aree limitrofe, si schierarono al fianco del meccano. Fiaccolate e flash mob con la scritta “Siamo con Carlo” furono organizzati per far sentire la vicinanza all’uomo.
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