Un nuovo studio evidenzia un legame tra alimenti ultraprocessati e tumori polmonari, sollevando dubbi sulla sicurezza di una dieta ricca di prodotti industriali.
Mangiare regolarmente cibi ultraprocessati non influisce solo su peso, metabolismo o cuore. Secondo una nuova ricerca condotta nel 2025, chi ne consuma in quantità elevate potrebbe avere un rischio più alto di sviluppare cancro ai polmoni, anche senza aver mai fumato. Un risultato che aggiunge un tassello importante al dibattito sugli UPF, i cosiddetti ultra-processed foods, ormai parte integrante della dieta quotidiana di milioni di persone.
Dati aggiornati sul legame tra UPF e tumori polmonari
Gli studiosi hanno analizzato i dati di oltre 100.000 adulti inclusi nel grande progetto di screening oncologico statunitense PLCO (Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian Cancer Screening Trial). Ogni partecipante ha compilato un questionario alimentare, permettendo di stimare il consumo medio di tre porzioni giornaliere di UPF, con punte che arrivavano fino a sei porzioni al giorno. Dopo 12 anni di follow-up, sono stati registrati 1.706 casi di tumore polmonare, di cui circa l’86% non a piccole cellule e il restante 14% a piccole cellule, la forma più aggressiva.

Il confronto tra i diversi livelli di consumo è stato netto: chi assumeva più cibi ultraprocessati mostrava un 41% di rischio in più di sviluppare tumore al polmone rispetto a chi ne consumava meno. In particolare, il rischio era del 37% più alto per il carcinoma non a piccole cellule e del 44% per quello a piccole cellule. E il dato sorprendente è che questa associazione non riguardava soltanto i fumatori: l’aumento del rischio era osservabile anche tra i non fumatori, segnalando che la dieta può avere un ruolo indipendente dallo stile di vita.
Gli alimenti presi in esame includevano bibite zuccherate e gassate, cereali per la colazione industriali, hot dog, hamburger e pizze confezionate, noodles istantanei, pane e snack da forno confezionati, gelati industriali, caramelle, salse pronte e margarina. Prodotti ad alta densità calorica, con pochi nutrienti, ricchi di zuccheri, grassi e sale, e caratterizzati da un uso massiccio di additivi chimici e processi industriali che li rendono molto diversi dagli alimenti freschi.
Perché gli ultraprocessati possono aumentare il rischio
Gli scienziati ipotizzano che il processo di lavorazione industriale degli UPF possa essere una delle cause principali. Le alte quantità di zuccheri, grassi saturi, additivi e composti chimici potrebbero favorire infiammazione cronica, alterazioni del metabolismo e un ambiente favorevole alla proliferazione cellulare anomala.
È già stato documentato che i cibi ultraprocessati siano associati a un rischio maggiore di tumori al colon-retto, al seno e al pancreas, oltre che a patologie croniche come obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Il nuovo collegamento con il cancro ai polmoni amplia così l’elenco delle possibili conseguenze a lungo termine.
Gli esperti sottolineano però che il lavoro ha dei limiti: la dieta dei partecipanti è stata valutata solo una volta, il consumo alimentare era auto-dichiarato e non sono state considerate variabili come la quantità e l’intensità del fumo. Nonostante questo, la coerenza dei dati con altre ricerche internazionali rende i risultati un campanello d’allarme credibile.
In prospettiva, il 2025 sta vedendo crescere gli studi sugli effetti degli UPF, e diversi istituti di ricerca europei stanno lavorando a progetti longitudinali più dettagliati per chiarire se il legame sia diretto o mediato da altri fattori, come obesità, insulino-resistenza o squilibri del microbiota intestinale.
Evoluzione della mortalità per tumore polmonare in Italia
Periodo | Numero stimato di decessi per tumore del polmone (Italia) | Tendenza e contesto informativo |
---|---|---|
2013 | Circa 33 483 decessi | Prima causa di morte oncologica negli uomini; terza tra le donne Nature+12registri-tumori.it+12pillole.org+12 |
2015 | Circa 33 836 decessi | Conferma della persistente prevalenza nella mortalità oncologica Quotidiano Sanità |
2022 | Circa 35 700 decessi | Aumento misurato rispetto al 2015, riflette dinamiche demografiche e incidenza tumorale Aiom |
2006–2021 | Mortalità per cancro del polmone diminuita di ~35,5 % negli uomini e ~46,4 % nelle donne | Notevole calo nei tassi di mortalità, legato a riduzione del fumo e progressi terapeutici AIRC |
2011–2021 | Tasso di mortalità evitabile per cancro ai polmoni diminuito di quasi un terzo negli uomini; aumento leggero nelle donne | Riduzione più accentuata rispetto alla media UE; persiste il divario di genere OECD+1 |
Interpretazione dei dati
Anche se i decessi assoluti per tumore polmonare sono saliti dai circa 33 500 del 2013 ai 35 700 del 2022, va considerato l’invecchiamento della popolazione e un’incidenza potenzialmente in crescita.
A livello percentuale, la mortalità per tumore polmonare è calata in modo consistente negli ultimi decenni: un calo di oltre il 35 % negli uomini e quasi il 46 % nelle donne tra il 2006 e il 2021.
Dal 2011 al 2021, in termini di tassi standardizzati per età, la mortalità evitabile per cancro ai polmoni è diminuita rapidamente tra gli uomini, superando la media UE. L’andamento nelle donne è stato opposto, con un lieve aumento, probabilmente legato a cambiamenti nei comportamenti di fumo nelle generazioni più giovani.
L’Italia mantiene tassi inferiori alla media europea, evidenziando in parte l’efficacia delle politiche di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento nel sistema sanitario nazionale.
Come ridurre i rischi con una dieta più equilibrata
Il messaggio che emerge è chiaro: ridurre al minimo gli alimenti ultraprocessati e favorire una dieta basata su verdura, frutta, legumi, cereali integrali e proteine fresche potrebbe avere un impatto concreto sulla prevenzione dei tumori polmonari. Anche tra i fumatori, dove il rischio rimane più elevato, la scelta di alimenti meno industriali potrebbe costituire un’arma di protezione aggiuntiva.
Gli studiosi ricordano che la strategia più efficace resta smettere di fumare, ma abbinare questo obiettivo a una dieta sana amplifica i benefici e contribuisce alla riduzione del rischio oncologico complessivo. Le istituzioni sanitarie, intanto, iniziano a discutere possibili etichette più chiare sugli UPF e campagne informative per sensibilizzare i consumatori sugli effetti a lungo termine.
Riflessione finale
L’ipotesi che anche chi non ha mai acceso una sigaretta possa vedere aumentato il rischio di tumore polmonare a causa dell’alimentazione cambia il quadro della prevenzione. La luna di sangue può attendere in cielo, ma qui, sulla Terra, la battaglia si gioca ogni giorno a tavola: un gesto semplice come scegliere un cibo fresco rispetto a uno industriale può diventare parte della difesa più importante, quella della nostra salute.