Riprendono i termini per pagare gli avvisi bonari sospesi: ecco cosa cambia dal 5 settembre 2025.
Dal 5 settembre 2025 sono ufficialmente ripartiti i termini di pagamento degli avvisi bonari sospesi nei mesi precedenti. Lo ha stabilito l’Agenzia delle Entrate, dando seguito al calendario delle riprese fiscali fissato dal decreto dello scorso giugno. La riattivazione riguarda in particolare gli avvisi emessi tra il 30 maggio e il 31 agosto, per i quali le scadenze erano state congelate in modo temporaneo. Ora i contribuenti interessati devono fare attenzione a rispettare le nuove date indicate all’interno delle comunicazioni già ricevute.
Il ritorno alla regolarità delle scadenze non comporta la riemissione degli atti, ma solo la riattivazione dei termini originari a partire dal 5 settembre. Il riferimento è agli avvisi bonari derivanti da controlli automatici (art. 36-bis del DPR 600/73) e controlli formali (art. 36-ter), inviati a seguito di dichiarazioni dei redditi risultate incoerenti, incomplete o contenenti errori.
Cosa prevede il calendario per i contribuenti coinvolti
I contribuenti che hanno ricevuto un avviso bonario con scadenza iniziale compresa tra il 30 maggio e il 4 settembre 2025 vedranno il termine prorogato al 30 settembre 2025, secondo quanto comunicato ufficialmente dall’Agenzia. La scadenza per versare gli importi dovuti, comprensivi di eventuali rate residue, sarà quindi unica per tutti gli atti sospesi emessi in quel periodo. Chi aveva in corso un pagamento rateale dovrà riprendere i versamenti dalla rata successiva a quella sospesa, seguendo il piano originario.

Il Fisco ha chiarito che non saranno inviate nuove comunicazioni cartacee: è responsabilità del contribuente consultare il proprio cassetto fiscale o rivolgersi a un intermediario abilitato per verificare le scadenze aggiornate. Nessuna sanzione è prevista per i pagamenti sospesi durante il periodo indicato, ma il mancato rispetto della nuova scadenza riattiva l’intero iter sanzionatorio, con interessi e aggravio delle somme dovute.
Per chi ha ricevuto più comunicazioni, ciascun avviso conserva il proprio codice atto, e le relative scadenze sono differenziate in base alla data di emissione. Gli uffici territoriali dell’Agenzia restano comunque a disposizione per fornire chiarimenti e aggiornamenti, ma i tempi di risposta sono vincolati al flusso di richieste elevate che si sta registrando in questi giorni.
Quali sono i rischi in caso di mancato pagamento
Ignorare le nuove scadenze potrebbe generare conseguenze rilevanti. La mancata regolarizzazione entro il 30 settembre 2025 comporta infatti la perdita del diritto al pagamento agevolato e la trasmissione dell’irregolarità agli uffici della riscossione, con il rischio concreto di ricevere una cartella esattoriale nei mesi successivi. Si tratta di una fase delicata che riguarda migliaia di soggetti, in molti casi professionisti, lavoratori autonomi e piccole imprese.
Le associazioni di categoria hanno segnalato l’urgenza di una maggiore comunicazione da parte dell’amministrazione fiscale, chiedendo che venga messa a disposizione una piattaforma online semplificata per consultare le proprie pendenze. Il nodo principale riguarda la mancanza di notifiche automatiche, che espone molti contribuenti al rischio di dimenticanze o ritardi involontari.
Nel frattempo, resta valida la possibilità di ricorrere al ravvedimento operoso per regolarizzare situazioni non ancora trasmesse alla riscossione, ma con un aggravio minimo di interessi. Gli esperti consigliano di non aspettare l’ultimo giorno utile: è bene controllare per tempo la propria posizione per evitare sorprese. Le prime cartelle esattoriali sono previste già da novembre 2025 per chi non avrà ottemperato agli obblighi previsti dalla ripresa dei termini.