Bonus asilo nido 2026. Ecco chi può ottenerlo, cosa cambia e come fare domanda

Bonus asilo

Bonus asilo: come richiederlo e chi può farlo-ireporters.it

Franco Vallesi

11 Settembre 2025

Nel 2026 il bonus asilo nido si amplia: aumentano gli importi e vengono inclusi nuovi servizi educativi, anche a domicilio.

L’Inps ha pubblicato la circolare con le istruzioni per le famiglie: il sostegno arriva fino a 3.600 euro l’anno per i bimbi fino a 36 mesi, anche in caso di patologie.

L’Inps ha reso note le nuove istruzioni per ottenere il bonus asilo nido 2026, un contributo che negli ultimi anni è diventato fondamentale per migliaia di famiglie con figli fino a 3 anni.

Il beneficio non solo è stato aumentato, ma ora copre una gamma più ampia di strutture educative, comprese le sezioni primavera e i servizi domiciliari. Le regole, pubblicate nella circolare 123 del 5 settembre 2025, si applicano alle domande presentate dal 1° gennaio 2026.

Più soldi per più famiglie: importi aggiornati e soglie ISEE

Il bonus asilo nido fu introdotto con la legge 232 del 2016, con decorrenza dal 2017, ed è destinato a sostenere la frequenza di nidi pubblici o privati o, in caso di bambini con gravi patologie croniche, a finanziare forme di supporto a domicilio.

Inps e bonus
Tutti i requisiti e le procedure per richiedere il bonus asili-ireporters.it

Nel 2026, l’importo varia in base all’ISEE del nucleo familiare e all’anno di nascita del bambino:

  • Per i nati dal 2024, il contributo va da 1.500 euro annui per ISEE oltre 40.000 euro, fino a 3.600 euro per ISEE inferiori a 40.000 euro.

  • Per i nati prima del 2024, rimangono le tre fasce con tetto massimo a 3.000 euro.

Il contributo viene erogato su base mensile, per un massimo di 11 mensilità, ed è rimborsabile dietro presentazione delle ricevute delle rette pagate. Nei casi di nidi pubblici con pagamento posticipato, è sufficiente allegare documenti che attestino l’iscrizione o l’inserimento in graduatoria.

Una delle grandi novità del 2026 riguarda l’ampliamento dei servizi coperti dal bonus. Oltre ai classici asili nido pubblici e privati autorizzati, sono ora inclusi:

  • Micro-nidi, nidi domiciliari e servizi integrativi come spazi gioco o educazione domiciliare, purché autorizzati dalle normative regionali.

  • Le sezioni primavera, che accolgono bambini tra i 24 e i 36 mesi, favorendo la continuità educativa da 0 a 6 anni.

Tutti questi servizi sono stati ufficialmente riconosciuti come parte integrante del percorso educativo della prima infanzia, in un’ottica di inclusione e flessibilità per le famiglie.

Domande e requisiti per il 2026: come funziona

Chi intende richiedere il contributo asilo nido dovrà:

  • Accedere al portale Inps dal 1° gennaio 2026.

  • Indicare le mensilità per cui richiede il beneficio (fino a un massimo di 11 mesi).

  • Allegare le ricevute di pagamento delle rette o, nei casi consentiti, la documentazione di iscrizione.

Per chi invece ha bisogno del supporto presso la propria abitazione, è necessario:

  • Allegare una certificazione del pediatra di libera scelta che attesti l’impossibilità del bambino a frequentare l’asilo per tutto l’anno solare, a causa di una grave patologia cronica.

Una volta presentata la domanda, questa vale anche per gli anni successivi fino al mese di agosto dell’anno in cui il bambino compie 3 anni. Tuttavia, ogni anno sarà comunque necessario prenotare le risorse disponibili attraverso il servizio online.

Nonostante l’estensione a molte nuove realtà educative, restano esplicitamente escluse dal beneficio:

  • Le spese per centri per bambini e famiglie.

  • I servizi ricreativi o legati al pre-scuola o post-scuola, che non sono considerati parte dell’offerta educativa per la prima infanzia.

Questa distinzione è importante: solo i servizi con finalità educative certificate e riconosciute dalle regioni possono accedere al contributo.

Il bonus asilo nido 2026 si conferma come un sostegno concreto, ma allo stesso tempo richiede precisione nella documentazione e consapevolezza delle strutture ammesse. In un contesto in cui le spese per la cura dell’infanzia rappresentano una delle principali voci di bilancio per le famiglie, questa misura può davvero fare la differenza. L’estensione alle sezioni primavera e ai servizi domiciliari rappresenta un passo in avanti, ma rimane la necessità di semplificare l’accesso e monitorare i fondi disponibili, affinché nessun bambino resti escluso per motivi burocratici.

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