Il governo ha ufficializzato il ritorno del bonus elettrodomestici nel 2026, con regole aggiornate, sconti fino a 200 euro e un sistema digitale che coinvolge famiglie e rivenditori.
Il bonus elettrodomestici 2026 è stato confermato e torna ad essere uno degli strumenti principali di sostegno alle famiglie italiane che desiderano rinnovare la propria casa con apparecchi a basso consumo energetico. A Roma il Ministero competente ha annunciato lo stanziamento di 46 milioni di euro, destinati a finanziare lo sconto diretto applicato al momento dell’acquisto. Una misura che, nelle intenzioni del governo, punta a ridurre i consumi domestici e ad alleggerire il peso delle bollette, incentivando al tempo stesso la sostituzione di elettrodomestici ormai obsoleti.
La procedura, interamente digitale, sarà gestita tramite la piattaforma coordinata da PagoPA e Invitalia. Ogni passaggio, dall’ottenimento del contributo fino al rimborso dei rivenditori, sarà tracciato e verificabile. Una scelta pensata per dare garanzie di trasparenza e per ridurre al minimo le irregolarità, evitando il rischio di abusi o utilizzi impropri dei fondi pubblici.
Gli importi previsti, i requisiti e gli apparecchi ammessi
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda gli importi riconosciuti alle famiglie. Il contributo sarà di 100 euro di sconto immediato per tutti i contribuenti che acquistano un elettrodomestico conforme ai requisiti stabiliti, ma salirà fino a 200 euro per i nuclei con ISEE non superiore a 25 mila euro. Una distinzione che conferma la volontà di sostenere con maggior forza i redditi medio-bassi, maggiormente esposti all’aumento dei costi energetici.
Per ottenere il bonus sarà necessario richiedere un codice identificativo personale, da presentare al negoziante al momento dell’acquisto. Lo sconto verrà applicato direttamente in cassa, senza attese o rimborsi successivi. Questo meccanismo, già sperimentato in altre misure simili, consente alle famiglie di percepire subito il beneficio economico, evitando procedure complicate.
Il bonus riguarda solo i grandi elettrodomestici, acquistati in sostituzione di un modello da rottamare. Non rientrano quindi piccoli apparecchi come tostapane, frullatori, phon o simili. È richiesto inoltre che i prodotti siano fabbricati in Europa, scelta che risponde anche all’obiettivo di sostenere la produzione interna e ridurre l’impatto dei trasporti.
I criteri fissati dal Ministero stabiliscono limiti precisi in base alla classe energetica degli apparecchi. Forni, lavatrici e lavasciuga dovranno appartenere almeno alla classe A. Le cappe aspiranti potranno essere acquistate a partire dalla classe B, mentre lavastoviglie e asciugatrici dovranno garantire una classe C o superiore. Infine, frigoriferi e congelatori saranno ammessi solo se in classe D o più alta.
Questi vincoli sono stati introdotti per garantire un risparmio energetico reale. L’obiettivo è spingere verso una sostituzione progressiva del parco elettrodomestici nazionale, riducendo sprechi e consumi superflui. Un’operazione che ha un impatto diretto sia sul bilancio familiare, con bollette più leggere, sia sull’ambiente, con minori emissioni legate alla produzione e all’uso di energia.
I rivenditori, lo sconto in fattura e il rimborso
Il funzionamento della misura coinvolge direttamente i rivenditori, che avranno un ruolo centrale. I negozianti dovranno registrarsi sulla piattaforma digitale, applicare lo sconto in fattura ai clienti e certificare lo smaltimento dell’elettrodomestico sostituito. Solo dopo aver completato tutte le verifiche riceveranno il rimborso statale, a copertura dell’anticipo applicato al momento della vendita.
Questo passaggio è cruciale perché assicura la tracciabilità dell’intera operazione. Ogni acquisto verrà registrato, ogni rottamazione documentata e ogni rimborso verificato. Il sistema dovrebbe garantire un processo sicuro e lineare, riducendo il rischio di frodi e aumentando la fiducia dei consumatori.
Il bonus rappresenta anche un’opportunità per il settore commerciale. Spingendo le vendite verso modelli più efficienti e di ultima generazione, si stimola un ricambio che interessa tutta la filiera, dai produttori ai negozianti. Non a caso, negli ultimi anni, i bonus destinati all’acquisto di elettrodomestici hanno contribuito a mantenere stabile la domanda in un mercato spesso rallentato da crisi economiche e inflazione.
Per le famiglie italiane, il bonus elettrodomestici 2026 diventa così uno strumento di risparmio concreto, che unisce il sostegno economico immediato a un investimento sul lungo periodo. Scegliere un apparecchio a basso consumo significa abbassare i costi in bolletta, ma anche rendere la propria abitazione più sostenibile. Roma ha confermato che l’iniziativa non resterà isolata, ma si inserisce in una più ampia strategia nazionale per la transizione energetica.