La misura punta a favorire l’ingresso di nuove partite IVA nel settore artigianale e commerciale.
Dal 1° gennaio 2025 è operativo il nuovo bonus INPS dedicato ai lavoratori autonomi che avviano un’attività artigianale o commerciale. Il provvedimento prevede una riduzione del 50% dei contributi previdenziali per i primi due anni di attività, con l’obiettivo di alleggerire i costi iniziali che spesso rappresentano l’ostacolo principale per chi decide di mettersi in proprio. L’iniziativa si inserisce nelle misure previste dalla legge di bilancio e intende rafforzare l’occupazione indipendente, soprattutto tra i giovani.
Il beneficio riguarda sia i soggetti che aprono una nuova partita IVA con iscrizione alla gestione artigiani e commercianti, sia coloro che riprendono un’attività dopo un periodo di inattività superiore ai tre anni. L’agevolazione non si applica invece a chi prosegue un’attività già esistente con semplice cambio di denominazione.
Requisiti e modalità per accedere all’agevolazione
Per usufruire del bonus è necessario presentare domanda all’INPS al momento dell’iscrizione, dichiarando l’avvio della nuova attività. L’istituto provvede poi a verificare la regolarità contributiva del richiedente e a comunicare l’accoglimento. Il taglio del 50% si applica sui contributi fissi dovuti alla gestione, indipendentemente dal reddito prodotto. Restano invece invariati gli obblighi dichiarativi e fiscali.

Un aspetto importante è la durata dell’agevolazione: la riduzione opera per i primi due anni, ma non può essere rinnovata. Questo significa che dal terzo anno l’artigiano o il commerciante torna a versare l’intera aliquota contributiva prevista. Nei calcoli si tratta di un risparmio che può arrivare a circa 2.000 euro l’anno, una cifra significativa soprattutto per chi muove i primi passi nel lavoro autonomo.
Secondo le stime del Ministero del lavoro, la platea interessata supera le 60mila unità, tra giovani under 35 e adulti che scelgono di reinventarsi professionalmente. L’intento è favorire l’avvio di microimprese capaci di generare occupazione, riducendo il peso dei costi fissi nei primi anni di attività.
Impatti sul settore e prospettive per gli autonomi
La misura potrebbe incidere in modo rilevante sul tessuto economico delle piccole imprese italiane. Gli artigiani e i commercianti rappresentano una fetta consistente dell’occupazione, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, dove il tasso di disoccupazione resta elevato. Un incentivo di questo tipo ha quindi anche un valore sociale, perché incoraggia chi altrimenti rinuncerebbe ad aprire la propria attività.
Dal lato delle associazioni di categoria, la reazione è stata positiva, anche se non mancano richieste di ampliamento. Confartigianato e Confcommercio hanno sottolineato che un sostegno simile dovrebbe avere durata più lunga, per consolidare i progetti imprenditoriali e non solo per accompagnarli nella fase iniziale.
Molti neoimprenditori guardano al bonus come a un’opportunità concreta per ridurre i rischi. L’effetto immediato è alleggerire la pressione finanziaria sui primi due bilanci. La sfida vera, però, sarà garantire che le nuove attività riescano a superare la soglia critica del terzo anno, quando i contributi torneranno a pieno regime. In questo senso, il provvedimento diventa un banco di prova per misurare la capacità delle politiche pubbliche di sostenere davvero il lavoro autonomo.