Charlie Sheen si confessa a 60 anni: droga, Hiv e la voglia di rinascere

Charlie Sheen

Charlie Sheen. Fonte foto account ufficiale Instagram @ charliesheen-ireporters.it

Franco Vallesi

16 Settembre 2025

Il divo di Hollywood racconta la sua vita senza filtri nel documentario Netflix “aka Charlie Sheen” e nel memoir “The Book of Sheen”, appena uscito.

Dai set con Clint Eastwood e Martin Sheen agli abissi della dipendenza, passando per la diagnosi di Hiv e la risalita: Charlie Sheen rivela tutto, tra vergogna, autoironia e consapevolezza.

Charlie Sheen ha deciso di spogliarsi di ogni maschera. A 60 anni, l’ex protagonista di “Due uomini e mezzo” torna al centro della scena con due opere che promettono di far parlare a lungo: il documentario Netflix “aka Charlie Sheen” e il memoir “The Book of Sheen”, uscito in libreria martedì 10 settembre 2025. Due lavori speculari che si intrecciano, offrendo un racconto crudo, diretto e per molti aspetti inedito della sua esistenza segnata da successi, scandali e una rinascita lenta ma autentica.

Una vita tra Hollywood, eccessi e cadute pubbliche

Nato in una famiglia dove la recitazione era il pane quotidiano — suo padre è il celebre Martin Sheen — Charlie ha respirato il cinema fin da piccolo, osservando il padre sul set di Apocalypse Now in momenti tutt’altro che facili, come la scena del sacrificio reale del bufalo. Ma la sua carriera non è mai stata lineare. Diventato il volto di Hollywood negli anni ‘90, Sheen ha vissuto una giovinezza costellata di trasgressioni, con l’abuso di droghe, sesso e denaro come costanti compagne.

Charlie Sheen
Charlie Sheen. Fonte foto www.wikipedia.org-ireporters.it

Nel documentario targato Netflix, l’attore ripercorre gli episodi più controversi della sua vita, dalla prima disintossicazione nel 1990 — avvenuta su pressione del padre, con l’intervento telefonico di Clint Eastwood — alle esperienze estreme con escort e sostanze, vissute spesso come tentativi disperati di fuga da se stesso. A 15 anni, racconta, ha avuto la sua prima esperienza sessuale con una escort a Las Vegas, pagandola con la carta di credito del padre.

Non si risparmia nemmeno su temi ancora più delicati, come i rapporti omosessuali avuti durante i periodi di abuso di crack, che lui definisce “liberatori”, senza vergogna né rimpianti. Uno dei momenti chiave del racconto arriva però con la diagnosi di Hiv, rivelata pubblicamente nel 2015: “Pensavo fosse la fine, invece è stato l’inizio”, dice oggi, spiegando come quella notizia lo abbia costretto ad affrontare finalmente la propria realtà.

Il crollo del 2011, la diagnosi di Hiv e la risalita grazie ai figli

Il crollo definitivo arriva nel 2011, quando, nonostante fosse l’attore più pagato della TV americana grazie alla sitcom di successo “Two and a Half Men”, viene licenziato, travolto da cause legali, scandali e una dipendenza fuori controllo. Hollywood lo scarica, i fan si dividono e Sheen sembra sparire. Ma da lì parte un percorso che nel 2017 segna una svolta: sobrio, in terapia e con un rapporto più maturo con i figli, l’attore prova a ritrovare un equilibrio.

Nel documentario, le testimonianze di chi gli è stato vicino sono decisive per ricostruire il quadro: l’ex moglie Denise Richards, l’amico e collega Jon Cryer, e persino l’ex spacciatore offrono uno sguardo inedito sull’uomo dietro il personaggio, tra fragilità e tentativi di riscatto.

Oggi Sheen sembra pronto a chiudere con il passato, restituendo al pubblico un ritratto nudo, onesto e pieno di contraddizioni. Le sue parole non cercano giustificazioni, ma una riconciliazione. Con se stesso, con il mondo, con gli errori di una vita vissuta troppo velocemente.

Il messaggio finale è chiaro: raccontarsi è l’unico modo per liberarsi davvero, e forse anche per aiutare chi, come lui, ha toccato il fondo e cerca un appiglio per risalire. “Ho vissuto al limite, ma oggi so di avere ancora qualcosa da dire”, afferma. E stavolta lo fa senza filtri, senza copioni, senza Hollywood.

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