Condono fiscale 2026, ecco il modello per il ravvedimento speciale e le nuove scadenze

Condono fiscale 2026

Condono 2026, chiarimenti sul modello e sulle nuove scadenze. - www.ireporters.it

Luca Antonelli

23 Settembre 2025

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il modello per aderire al ravvedimento speciale 2026: chi ha debiti fiscali potrà sanare con sanzioni ridotte. Ecco regole e scadenze.

L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile a settembre 2026 il modello ufficiale per il ravvedimento speciale, lo strumento che permette ai contribuenti con errori o omissioni fiscali di regolarizzare la propria posizione pagando sanzioni ridotte. Si tratta di una misura introdotta dalla Legge di Bilancio, pensata per facilitare la chiusura dei contenziosi e favorire chi vuole mettersi in regola senza attendere gli accertamenti. Il modello, scaricabile dal portale istituzionale, riguarda le violazioni commesse fino al 31 dicembre 2023 e offre la possibilità di versare quanto dovuto con uno sconto significativo sulle sanzioni.

Il termine per aderire è fissato al 20 ottobre 2026, data entro cui il contribuente dovrà presentare il modello telematico e saldare l’importo in un’unica soluzione o attraverso rateizzazione. Questa finestra temporale è stata definita per consentire la più ampia adesione possibile, riducendo al minimo il ricorso a procedimenti di riscossione forzata. Il Ministero dell’Economia ha sottolineato che l’iniziativa si inserisce nella strategia di recupero del gettito e di semplificazione nei rapporti tra cittadini e amministrazione finanziaria.

Come funziona il ravvedimento speciale 2026

Il ravvedimento speciale 2026 si applica alle irregolarità fiscali non ancora oggetto di contestazione formale. I contribuenti che hanno commesso errori o dimenticanze nelle dichiarazioni possono correggere la propria posizione pagando imposte, interessi e una sanzione ridotta, pari a 1/18 del minimo previsto. Questa aliquota rappresenta uno dei livelli più bassi mai concessi in Italia in ambito tributario e costituisce un incentivo concreto ad aderire.

Condono fiscale 2026
Ravvedimento speciale e calendario aggiornato per il 2026. – www.ireporters.it

La procedura richiede la compilazione del modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate. Nel documento vanno indicati i tributi oggetto della regolarizzazione, l’anno d’imposta di riferimento e gli importi dovuti. Una volta completato, il modello deve essere inviato tramite i servizi telematici dell’Agenzia, con autenticazione tramite SPID, CIE o CNS. Il versamento deve avvenire tramite modello F24, con specifiche causali che identificano il ravvedimento speciale.

È possibile chiedere la rateizzazione, con applicazione di un interesse annuo del 2% calcolato giorno per giorno. La prima rata va comunque versata entro il 20 ottobre 2026. In caso di mancato pagamento anche solo di una rata, il contribuente decade dal beneficio e il debito ritorna pienamente esigibile con le sanzioni ordinarie. Per questo motivo la gestione attenta delle scadenze resta fondamentale.

Il modello prevede anche campi dedicati alle dichiarazioni integrative. Ad esempio, chi non ha indicato correttamente alcune spese detraibili o ha omesso redditi deve sanare la posizione allegando la nuova documentazione. Questo passaggio consente all’Agenzia di controllare la regolarità della procedura ed evitare possibili contestazioni successive.

Chi può aderire e quali violazioni restano escluse

Il ravvedimento speciale 2026 non è valido per ogni situazione. Sono escluse le violazioni già contestate entro il 31 marzo 2026 e quelle che derivano da comportamenti fraudolenti, come dichiarazioni infedeli con dolo. Restano fuori anche i tributi non amministrati dall’Agenzia delle Entrate. Invece, possono essere regolarizzate imposte sui redditi, IVA, addizionali e ritenute operate e non versate.

I contribuenti che hanno ricevuto un avviso bonario possono comunque accedere, purché non sia ancora stato emesso un atto di riscossione. In questi casi, il ravvedimento consente di chiudere la partita a condizioni migliori rispetto alla via ordinaria. Restano valide le esclusioni per chi ha già aderito ad altre forme di definizione agevolata, come la rottamazione delle cartelle.

Un aspetto rilevante riguarda le piccole imprese e i lavoratori autonomi: sono proprio loro a rappresentare la platea più interessata dalla misura. Molti artigiani, commercianti e professionisti hanno accumulato ritardi nei versamenti negli ultimi anni, spesso a causa delle difficoltà economiche post-pandemia. Il ravvedimento speciale si propone come uno strumento per rientrare senza subire l’impatto di sanzioni troppo pesanti.

Per accedere in modo corretto, è consigliabile conservare tutta la documentazione relativa ai pagamenti e alle dichiarazioni oggetto di regolarizzazione. L’Agenzia delle Entrate potrà infatti richiedere controlli successivi, e la mancanza di prove adeguate comporta la perdita del beneficio. Non a caso, molti si rivolgono a commercialisti o CAF per compilare e trasmettere il modello, evitando errori che potrebbero vanificare l’adesione.

Cosa rischia chi non aderisce al ravvedimento speciale 2026

Molti si chiedono cosa accade a chi non aderisce al ravvedimento speciale 2026. In questi casi, resta attivo il percorso ordinario di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, che può portare a accertamenti più onerosi e a sanzioni piene. Le verifiche potranno riguardare sia dichiarazioni incomplete sia omessi versamenti, con la possibilità di applicare interessi più alti e avviare la riscossione tramite Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Non a caso, il Governo ha spinto su questo strumento proprio per evitare l’aumento dei contenziosi tributari, che negli ultimi anni ha congestionato le commissioni tributarie. Per i contribuenti, aderire entro i termini significa anche ridurre il rischio di trovarsi in futuro con cartelle esattoriali più pesanti e difficili da gestire, oltre a poter contare su una sorta di “certificazione” della propria regolarità fiscale, utile anche nei rapporti con le banche o in occasione di richieste di contributi pubblici.

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