Dal 9 settembre 2025 parte il nuovo Conto Termico 3.0, che offre rimborsi fino al 65% delle spese sostenute per interventi energetici su edifici privati e pubblici.
Il conto termico 3.0 è entrato ufficialmente in vigore il 9 settembre, aprendo nuove possibilità di rimborso diretto per chi esegue interventi di efficientamento energetico su edifici esistenti. Si tratta di contributi a fondo perduto che possono arrivare fino al 65% per soggetti privati e fino al 100% per enti pubblici, senza dover attendere detrazioni spalmate su dieci anni. Il meccanismo è stato aggiornato per rendere più accessibili gli interventi domestici, condominiali e pubblici, ed è pensato per ridurre i consumi e promuovere tecnologie pulite.
Il budget annuo a disposizione è di 900 milioni di euro, con una suddivisione netta tra 500 milioni per soggetti privati, imprese e terzo settore e 400 milioni destinati alle amministrazioni pubbliche. La gestione operativa sarà affidata al GSE, che aggiornerà il portale per l’invio delle domande entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Interventi coperti e nuove categorie ammesse
Il nuovo conto termico amplia le tipologie di intervento coperte, includendo molte soluzioni per il risparmio energetico. Tra le opere ammissibili rientrano l’isolamento termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di pompe di calore, di caldaie ad alta efficienza, di scaldacqua a pompa di calore, di sistemi di building automation e di schermature solari.

Per la prima volta rientrano anche impianti fotovoltaici con accumulo e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, ma solo se installati insieme alla sostituzione del generatore di calore con una pompa di calore elettrica. Sono esclusi tutti gli impianti alimentati da combustibili fossili.
Tra i beneficiari del nuovo incentivo ci sono anche le comunità energetiche rinnovabili, le organizzazioni del terzo settore e le imprese, a patto che gli interventi garantiscano almeno un 10% di riduzione dei consumi energetici rispetto alla situazione iniziale. Per le pubbliche amministrazioni, in particolare nei comuni con meno di 15.000 abitanti, il rimborso può arrivare a coprire l’intero costo degli interventi, fino al 100%.
Il contributo verrà riconosciuto solo per spese effettivamente sostenute e documentate. Gli interventi dovranno rispettare standard tecnici specifici, con tempi certi per la realizzazione e la chiusura dei lavori.
Scadenze, procedura e documenti da presentare
La domanda per il contributo deve essere inoltrata al GSE entro 90 giorni dalla conclusione dell’intervento. Le richieste saranno gestite tramite un portale online che sarà aggiornato nelle prossime settimane. Per presentare la domanda, sarà necessario disporre di SPID, CIE o CNS e caricare tutta la documentazione tecnica richiesta: progetti, schede tecniche, fatture, asseverazioni e attestati di prestazione energetica.
I contributi saranno erogati in un’unica soluzione o in più rate, in base all’entità dell’intervento. I tempi per l’erogazione saranno più rapidi rispetto alle detrazioni fiscali tradizionali, rendendo il conto termico una scelta interessante per chi punta a rientrare rapidamente dall’investimento.
Una delle differenze più importanti rispetto agli incentivi passati è l’assenza del meccanismo di cessione del credito o dello sconto in fattura. Il rimborso arriverà direttamente al beneficiario tramite bonifico, una volta che il GSE avrà completato la verifica della documentazione.
Il conto termico 3.0 si configura quindi come una misura concreta e semplificata per promuovere la transizione energetica, riducendo i tempi e semplificando le procedure per cittadini, enti locali e imprese. Chi intende usufruirne dovrebbe iniziare fin da subito a raccogliere la documentazione tecnica, affidarsi a operatori qualificati e monitorare l’apertura del portale per non rischiare di rimanere escluso a causa dell’esaurimento dei fondi disponibili.