Cosa scorre sotto Sperlonga? Il misterioso fiume nascosto riemerge da una chiesa crollata

Segreti

Non solo mare spiagge ma segreti nascosti sotto le strade di Sperlonga-ireporters.it

Franco Vallesi

21 Agosto 2025

Tra rondini, blatte e scheletri, la vecchia Sperlonga custodisce ancora un fiume che scorre invisibile sotto i piedi dei turisti.

Nella vecchia chiesa sconsacrata, proprio al centro del paese, il tetto sfondato lascia entrare la luce a chiazze e qualche gatto in cerca di fresco. Un’ombra spezzata si disegna tra le tegole rotte, mentre in basso, nel silenzio della pausa pranzo, alcuni operai spingono carriole piene di calcinacci e materiale indistinto verso il vicolo principale. Uno di loro si ferma e, da una busta nera, estrae un teschio impolverato: è uno dei resti rinvenuti sotto il pavimento, scheletri sepolti secoli fa quando proteggere i propri morti significava tenerli quanto più vicini possibile al culto e ai santi. Ora si liberano spazi per un futuro centro congressi, destinato ad accogliere moduli e vetrate dove prima c’erano fede, pietra e silenzio.

Tra le fenditure aperte nel pavimento, una in particolare si è riaperta per caso. Guarda giù verso un fiume sotterraneoche attraversa tutto il paese, nascosto da tempo. Le sue acque scorrono attraverso grotte naturali, scavate nel promontorio dove si arrampica Sperlonga vecchia. Da un lato raggiungono il vecchio lavatoio vicino al mare, dall’altro si insinuano fino alla piccola fonte sulla spiaggia, quel filo d’acqua che nessuno sa bene da dove arrivi, ma che continua a scorrere anche in piena estate. Chi conosce bene i percorsi sa che c’è una deviazione nascosta che porta alle rovine della Villa di Tiberio, immerse nel verde, dove antichi mosaici e muri bassi lasciano intuire un mondo romano ancora sospeso. Un luogo che assomiglia più a una colonia greca che a una villa imperiale.

Il silenzio, le fèmili, e il sogno che ritorna

C’è un momento preciso in cui tutto si rivela. Basta restare nella chiesa dopo che i turisti hanno lasciato i vicoli, quando i locali sono ancora chiusi e solo le rondini volano sopra i tetti. È allora che il passaggio si apre: prima devono scomparire le fèmili, le blatte che invadono i muri e poi spariscono all’improvviso nei loro cunicoli. Una volta che anche loro si sono dileguate, resta solo il silenzio dell’ombra, e quella discesa. Lì sotto il fiume scorre ancora, e se si riesce a ignorare la razionalità per qualche istante, si può anche seguirlo senza sapere dove porta.

Borgo di Sperlonga
La cittadina di Sperlonga in provincia di Latina-ireporters.it

La verità è che questa storia ha le trame dei sogni, quelli che ritornano più volte, sempre con qualche dettaglio nuovo. Sperlonga, nei sogni, è diversa: meno affollata, più viva, con i suoi vicoli antichi e le case appoggiate una sull’altra, come se cercassero equilibrio. Ora i palazzi sono stati restaurati, il paese disinfestato, i locali risuonano ogni sera di musica elettronica e passi eleganti. Ma la parte nascosta è ancora lì, difficile da ascoltare come il gorgoglìo d’acqua sotto i piedi. L’immaginazione, in certi posti, non si spegne mai del tutto. Resiste, anche quando intorno tutto sembra aver voltato pagina.

Quando poi ci si tuffa al largo e si guarda Sperlonga da lontano, tra la Torre Truglia e i resti della Torre Capovento, il sogno ritorna. L’acqua, in certi punti, si fa più fredda, dolce. Sale da sotto, colpisce a tratti, come se qualcosa volesse riemergere, ricordare, pungerti per non lasciarti andare via davvero.

L’acqua che punge e la memoria che riaffiora

Chi ci è nato o chi ci torna ogni anno lo sa: c’è sempre un punto preciso in mare dove l’acqua cambia temperatura. Succede all’improvviso, mentre nuoti senza pensarci. È un getto freddo, sottile, che sale da sotto la sabbia, ti sfiora le gambe, poi scompare. Quel contatto rapido e gelido è come un avvertimento, un segnale. E chi conosce Sperlonga sa che lì sotto qualcosa continua a scorrere. Non si vede, ma c’è. Come la memoria di un tempo che non si lascia archiviare. Come quel fiume che non chiede di essere trovato, ma ogni tanto si lascia sentire, per chi ha ancora orecchie abbastanza silenziose per riconoscerlo.

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