Sempre più famiglie scelgono la pinsa: cresce il consumo nel 2025 grazie a impasti leggeri, fermentazioni lente e farine alternative. Da alimento di nicchia a protagonista della tavola: la pinsa si afferma per digeribilità, gusto e qualità nutrizionale.
Una volta considerata solo una variante leggera della pizza, la pinsa romana ha conquistato un posto stabile nelle abitudini alimentari degli italiani. A confermarlo è una recente indagine del 2025 condotta su oltre 2.000 consumatori da Pinsami, secondo cui nove italiani su dieci conoscono la pinsa e il 45% l’ha portata in tavola negli ultimi tre mesi, segnando un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Un dato che racconta non solo un cambiamento nelle scelte di consumo, ma anche una maggiore consapevolezza sull’importanza di ciò che mettiamo nel piatto.
Perché la pinsa è più digeribile della pizza tradizionale
A spiegare il successo crescente della pinsa è Margherita Gabba, medico nutrizionista, che sottolinea come l’impasto sia la chiave della sua maggiore digeribilità. La differenza principale sta nella composizione delle farine – frumento, riso e soia – e nella fermentazione prolungata, che può arrivare anche a 48 ore a bassa temperatura.
Secondo l’esperta, questa tecnica non solo riduce l’indice glicemico, ma aumenta la presenza di aminoacidi liberi e peptidi. Inoltre, l’uso di lievito madre e biga consente di abbattere la quantità di carboidrati rapidamente assimilabili, offrendo un pasto più equilibrato e meno “pesante” per l’apparato digerente.

L’impasto della pinsa è infatti più idratato e meno ricco di glutine rispetto a quello della pizza classica. Questo la rende più tollerabile anche per chi ha una sensibilità al glutine non celiaca, e apre nuove possibilità di consumo per chi spesso rinuncia ai prodotti da forno per evitare gonfiore e senso di pesantezza.
Un altro punto di forza è dato dalla presenza di pseudocereali e farine ricche di fibre, ferro e magnesio, micronutrienti essenziali che spesso scarseggiano nelle farine raffinate usate per pizze industriali o da asporto.
Come prepararla a casa per un risultato sano e gustoso
La pinsa fatta in casa o acquistata dal fornaio artigianale offre il massimo controllo sulla qualità degli ingredienti. Secondo Gabba, è consigliabile evitare i prodotti confezionati industriali, che spesso contengono conservanti, grassi nascosti e topping poco salutari.
Chi decide di prepararla in casa dovrebbe rispettare la ricetta tradizionale, usando farine miste o integrali e prolungando la fermentazione con lievito madre. Per il condimento, la parola d’ordine è leggerezza: sì a verdure di stagione, legumi, pesce azzurro, olio extravergine d’oliva, e no a formaggi troppo grassi o salumi processati.
Nel 2025 sono ormai moltissime le panetterie e gastronomie che propongono pinse pronte da infornare, con un’ampia scelta di varianti che vanno incontro a esigenze specifiche: da quelle integrali o vegane fino a proposte senza lattosio o con condimenti pensati per diabetici e sportivi.
In un’epoca in cui i consumatori cercano pasti gustosi ma equilibrati, la pinsa si propone come una scelta di qualità, che non rinuncia alla croccantezza e al piacere del forno, ma che rispetta il corpo e i tempi della digestione.
Anche le catene della grande distribuzione hanno registrato un boom di vendite, con prodotti freschi, surgelati o semi-pronti, spesso realizzati da piccoli laboratori italiani che garantiscono tracciabilità e metodi di produzione artigianali.