Dal 2026 l’assegno sociale cambia: scopri il vincolo che può farti perdere l’aumento

Dal 2026 l’assegno sociale cambia scopri il vincolo che può farti perdere l’aumento

Luca Antonelli

1 Ottobre 2025

Il sostegno economico cresce dal 2026, ma l’importo maggiorato sarà riconosciuto solo a chi rispetta regole precise legate al lavoro.

Da gennaio 2026 l’assegno di inclusione sarà rimodulato: è previsto un aumento dell’importo, ma non sarà automatico. Solo i nuclei che soddisfano una condizione essenziale potranno ricevere la cifra più alta. La misura vuole rafforzare il sostegno alle famiglie in difficoltà, collegandolo però a un impegno attivo nel mondo del lavoro.

I cambiamenti previsti per l’assegno di inclusione nel 2026

Il nuovo impianto prevede un incremento dell’assegno destinato ai nuclei familiari che rispettano requisiti di base e un ulteriore vincolo legato al lavoro. L’aumento scatterà soltanto se i beneficiari non rifiuteranno offerte congrue di occupazione. Chi invece rifiuta senza un motivo valido perderà il diritto all’importo maggiorato, mantenendo solo la versione standard del sussidio.

Dal 2026 l’assegno sociale cambia scopri il vincolo che può farti perdere l’aumento
Assegni e prestazioni sociali: le novità che cambiano dal prossimo anno. – www.ireporters.it

L’ammontare medio percepito dai nuclei nei primi mesi del 2025 si aggirava intorno ai 770 euro mensili. Dal 2026 la cifra massima dovrebbe superare questa soglia, adeguandosi all’aumento dei prezzi e alle nuove priorità del Governo. Il principio resta chiaro: il sostegno economico non deve disincentivare l’occupazione, ma stimolare l’inserimento lavorativo.

La definizione di offerta “congrua” include contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato, purché la sede non superi la distanza di 80 chilometri dalla residenza del beneficiario. Chi rifiuta un’offerta in queste condizioni rischia la perdita dell’aumento, con possibili sanzioni in caso di recidiva.

Il cambiamento riguarda tutti i nuclei in cui almeno un componente risulta abile al lavoro. Basta un rifiuto ingiustificato per far decadere l’aumento destinato all’intero nucleo.

Requisiti, vincoli e meccanismi di controllo

I requisiti generali restano simili a quelli già noti: un ISEE sotto soglia, limiti di patrimonio mobiliare e immobiliare e residenza stabile in Italia da un certo numero di anni. Su questa base si innesta la nuova condizione, che diventa determinante per l’accesso all’importo più elevato.

La condizione aggiuntiva riguarda l’obbligo di non rifiutare offerte lavorative considerate compatibili. Se l’offerta rispetta i criteri previsti per distanza, tipologia contrattuale e retribuzione, non può essere respinta senza una motivazione valida. Malattia, impegni di cura o altri impedimenti documentabili restano cause accettate per non perdere il beneficio.

Per garantire l’applicazione della norma, gli enti preposti effettueranno controlli incrociati tra banche dati del lavoro e quelle dei beneficiari dell’assegno. In caso di violazioni, l’aumento viene revocato retroattivamente e, nei casi più gravi, si arriva alla sospensione completa della misura.

L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere i nuclei fragili, evitando però comportamenti opportunistici. Il rischio, segnalato da più parti, è che il meccanismo possa penalizzare chi vive in zone rurali, chi ha vincoli familiari stringenti o problemi di salute. Per questo si discute di introdurre margini di flessibilità, demandando agli enti locali la valutazione delle situazioni particolari.

La novità richiederà un sistema informatico efficiente e personale formato, per gestire controlli e verifiche in tempi rapidi. Sarà anche fondamentale una comunicazione chiara verso i cittadini, così da ridurre errori e incomprensioni.

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