Don Carlo: “Scrissi a Schiavone- Sandokan per chiedergli di riparare al male”

Don Carlo Aversano, parroco della chiesa Ss Salvatore di Casal di Principe confessa di aver scritto a ‘Sandokan’ ma poi richiama lo Stato ad intervenire.

La rivelazione

“Scrissi a Francesco Schiavone, chiedendogli di riparare al male ma nella lettera di risposta mi fece capire che le cose non stanno come spesso le vediamo”, lo ha confessato don Carlo Aversano parroco di Casal di Principe della chiesa Ss Salvatore, intervenendo alla Summer School Ucsi- Scuola di giornalismo di inchiesta, conclusasi ieri a Casal di Principe. Era stato chiamato a testimoniare in ricordo di don Giuseppe Diana, insieme ad Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio del prete di Casal di Principe, ucciso il 19 marzo del 1994 dalla camorra.

L’allarme

“Dopo 25 anni c’è ancora da ricostruire, non vorrei che i segnali di ripresa fossero solo apparenza. Parlare di don Peppe Diana non può essere fatto in maniera esauriente”, ha aggiunto don Aversano che conobbe don Diana fin dai primi anni del suo cammino. Era in seminario e poi divenne suo viceparroco prima di avere la parrocchia di San Nicola di Bari, sempre a Casal di Principe. “Don Peppino Diana, era una figura esplosiva che aveva integra la sua missione. Il suo ricordo però- ha ammesso don Carlo- è ancora vissuto come un peso piuttosto che come una gioia e per avere mutamenti importanti dobbiamo cambiare atteggiamento. Don Diana, sentiva il bisogno del riscatto ma non è stato abbastanza”.

E poi l’appello

“Oggi faccio un appello allo Stato di prenderlo seriamente il progetto di rinascita. La camorra è cambiata ma non è scomparsa, i segnali del male non sono scomparsi”. Segnali importanti che vanno dalle estorsioni allo spaccio di droga.

 

 

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