Fare l’influencer è sicuro? I rischi di una professione poco tutelata

Quella dell’influencer è una figura che si sta diffondendo sempre più negli ultimi anni, in concomitanza con lo sviluppo di nuove tecnologie e di un utilizzo sempre più commerciale dei social network. Dopo il caso Balocco che ha visto coinvolta Chiara Ferragni in un’operazione di beneficienza mal gestita, l’Italia ha cercato di stabilire alcune regole per poter controllare meglio l’attività sui canali digitali di queste nuove figure professionali. L’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) ha coinvolto diverse agenzie di comunicazione, manager di influencer, studi legali e associazioni di categoria per poter scrivere un codice di condotta per content creator, streamer e vlogger e affinare le misure di protezione di minori e altre categorie fragili.

Cos’è un influencer

L’esperta Federica Capponi, assegnista di ricerca all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha spiegato che una recente sentenza del Tribunale di Roma ha rintracciato i tratti tipici di un tipo contrattuale già codificato nel nostro ordinamento giuridico: il contratto di agenzia. “Con la sentenza numero 2615 del 4 marzo 2024 – ha detto Capponi – il giudice capitolino si è pronunciato sulla qualificazione del rapporto di lavoro intercorso tra una società che svolgeva attività di vendita online di integratori alimentari e tre influencer, ingaggiati dalla società per promuovere i propri prodotti tramite i canali social. Nello specifico, il giudice di merito ha respinto il ricorso della società avverso il verbale di accertamento con il quale l’autorità ispettiva aveva accertato la sussistenza di rapporti di agenzia ex art. 1742 c.c., condannando di conseguenza il ricorrente al pagamento dei contributi dovuti“.

Smartphone
Smartphone | pixabay @Foundry – Ireporters.it

Al fine di individuare lo schema giuridico cui ricondurre la nuova figura professionale del marketing influencer, il giudice ha provveduto a tratteggiarne il profilo, definendolo un esperto di settore che, con i propri post, permette di offrire maggiore visibilità a prodotti o servizi da lui promossi, avvalendosi dei canali web che ritiene più opportuni e adeguati (Instagram, Youtube, Facebook, un blog personale, etc.)'”, ha spiegato.

Un influencer è una persona che ha la capacità di influenzare le decisioni di acquisto o le opinioni di altre persone grazie alla sua popolarità o competenza in un determinato settore, condividendo contenuti come recensioni di prodotti, consigli, opinioni personali. Gli influencer lavorano prevalentemente sui social media come Instagram, YouTube, TikTok, Twitter e Facebook.

Gli influencer sono sufficientemente tutelati?

L’associazione Assoinfluencer protegge gli interessi di queste figure professionali, tuttavia gli influencer rischiano di non essere tutelati quanto basta. L’attività dei creator digitali è relativamente poco tutelata per una serie di ragioni. Le normative e le leggi faticano a tenere il passo con la rapidità dei cambiamenti nel mondo digitale e alcune norme non sempre vengono applicate in modo uniforme. Inoltre i contratti di lavoro non sempre sono stabili.

L’esperta Capponi ha spiegato: “Occorre evidenziare che il nodo relativo alla qualificazione del rapporto di lavoro di questa nuova figura è già giunto al vaglio di un giudice. Una recente sentenza del Tribunale di Roma, infatti, ha rintracciato, nel caso sottoposto alla sua attenzione, i tratti tipici di un tipo contrattuale già codificato nel nostro ordinamento giuridico: il contratto di agenzia“. “Quanto all’inquadramento giuridico di detta figura, il Tribunale di Roma ha anzitutto ricordato la differenza tra l’agente di commercio e il procacciatore d’affari: mentre il primo promuove, in modo stabile e continuativo, la conclusione di contratti per conto del preponente nell’ambito di una determinata sfera territoriale tramite lo svolgimento di atti di contenuto vario e non predeterminato, il secondo, senza vincolo di stabilità ed in via del tutto episodica, raccoglie le ordinazioni dei clienti, trasmettendole all’imprenditore”, ha continuato.

Inoltre il giudice ha puntualizzato che, nel rapporto di agenzia, la zona determinata nel quale svolgere l’incarico, aspetto comunque non dirimente ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro, può consistere non solo in una zona geografica ma anche in una porzione di mercato quale può essere la comunità dei followers che seguono l’agente/influencer. Nel contratto di agenzia, dunque, assumono rilevanza la stabilità e continuità dell’attività e il nesso di causalità tra l’opera promozionale svolta dall’agente nei confronti del cliente e la conclusione dell’affare cui si riferisce la richiesta di provvigione”. “Il giudice di Roma ha concluso, nel caso di specie, per la configurazione di un rapporto di agenzia, anche in ragione dell’impiego di un codice sconto personalizzato, di cui era interesse dell’influencer promuovere l’uso al fine di concludere il maggior numero possibile di contratti, dal momento che, come evidenzia l’organo giudicante, ogni volta che un acquisto viene effettuato attraverso quel codice, il relativo ordine viene contrattualmente considerato come direttamente procurato dall’influencer”, ha concluso l’esperta.

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