Giorgio Armani, rivelata l’eredità: case, yacht, arte e il destino della maison

Negozio di Armani

Foto di un negozio di Giorgio Armani. Fonte foto www.wikipedia.org-ireporters.it

Franco Vallesi

13 Settembre 2025

Due documenti segreti firmati da Armani ridisegnano il futuro della maison: eredi, Fondazione e manager di fiducia pronti a raccogliere il testimone.

Il 9 settembre 2025 sono stati aperti ufficialmente i due testamenti sigillati e scritti di proprio pugno da Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre all’età di 91 anni. In quelle buste riservate, depositate dal notaio Elena Terrenghi, si celava il futuro non solo del suo patrimonio personale, stimato tra gli 11 e i 13 miliardi di euro, ma anche quello dell’azienda che porta il suo nome: la Giorgio Armani Spa, una delle più solide e indipendenti realtà del panorama della moda internazionale.

I due documenti, datati rispettivamente 15 marzo e 5 aprile 2025, sono il frutto di una riflessione lucida e ponderata. C’è chi li legge come un atto complementare, chi invece immagina un ripensamento parziale. Fatto certo, sono destinati a ridisegnare profondamente l’assetto dell’impero Armani.

La galassia Armani: ville, arte e una società da 13 miliardi

Il patrimonio lasciato dallo stilista piacentino va ben oltre l’azienda. Include residenze di prestigio in alcune delle località più esclusive del mondo — Antigua, Saint Tropez, Parigi, New York, Pantelleria, Saint Moritz — oltre a opere d’arte, yacht di lusso, quote in aziende strategiche come EssilorLuxottica e The Italian Sea Group.

Ma soprattutto, Giorgio Armani deteneva il 99,9% della Giorgio Armani Spa, lasciando lo 0,1% alla Fondazione Armani, creata oltre un decennio fa per garantire continuità, visione e indipendenza.

Un esempio è l’acquisizione recente de La Capannina di Forte dei Marmi, simbolo del jet set italiano, e la storica dimora di via Borgonuovo a Milano con oltre 100 stanze. Un patrimonio costruito in 50 anni di lavoro che oggi richiede una regia ferma e coerente.

Giorgio Armani
Giorgio Armani. Fonte foto www.wikipedia.org-ireporters.it

Armani non aveva figli né coniugi, elemento che gli ha consentito piena libertà nella suddivisione dell’eredità, senza vincoli legali legati alle cosiddette “quote di legittima”. A oggi, tra i parenti più stretti figurano la sorella Rosanna e i nipoti Andrea Camerana, Silvana e Roberta Armani, figli del fratello Sergio.

Accanto alla famiglia, Armani ha voluto al suo fianco collaboratori di lunga data. Il più fidato, Leo Dell’Orco, ha seguito ogni fase evolutiva della maison. Insieme a lui, il banchiere Irving Bellotti e lo stesso Andrea Camerana hanno avuto un ruolo attivo anche nella creazione della Fondazione Armani, che secondo le prime indiscrezioni sarà il vero fulcro della governance futura del gruppo.

Già nel 2023 Armani aveva previsto una struttura societaria a sei classi di azioni con diversi diritti di voto, un meccanismo ideato per garantire che le decisioni più importanti restassero in mani fidate. Le azioni di categoria A e F, quelle con maggior peso decisionale, potrebbero ora passare proprio alla Fondazione, mantenendo l’azienda privata, indipendente e saldamente radicata in Italia.

La volontà di restare indipendenti e italiani

Uno dei desideri più chiari espressi da Giorgio Armani negli ultimi anni era quello di non quotare l’azienda in Borsa almeno per cinque anni, garantendo così stabilità e libertà creativa. Altra volontà ribadita: mantenere la sede del gruppo in Italia, nella sua Milano, capitale della moda internazionale.

In un mondo sempre più finanziarizzato, Armani ha difeso fino all’ultimo la sua idea di moda come visione personale, non come semplice prodotto commerciale. Per questo, il suo testamento appare oggi come un manifesto identitario, più che una semplice distribuzione patrimoniale.

Il primo appuntamento simbolico senza Giorgio Armani sarà la Milano Fashion Week, dal 23 al 29 settembre 2025. Le sfilate della maison sono state confermate e, secondo fonti vicine all’organizzazione, sarà un omaggio sobrio ma potentealla figura del fondatore.

«Celebreremo la Fashion Week nel segno di Giorgio Armani», ha dichiarato Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda. «La sua lezione è ancora attuale: stile, coerenza e indipendenza. Tre parole che oggi servono come non mai».

Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha confermato l’ingresso di Armani nel Famedio, tra le personalità che hanno reso grande la città. Un gesto che chiude simbolicamente un capitolo, ma che apre anche una nuova stagione per la maison, eredità viva di un uomo che ha trasformato il modo di intendere la moda.

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