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Giornata Mondiale del Migrante: Veglia Diocesana di Preghiera in Caritas

In preparazione alla 105a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata in tutto il mondo domenica 29 settembre, gli uffici Migrantes e Caritas della diocesi di Aversa organizzano la veglia di preghiera “Si tratta di noi – Testimonianze, preghiere e riflessioni per un mondo votato all’inclusione e alla solidarietà”.

L’appuntamento è fissato per mercoledì 25 settembre 2019, alle ore 19.30, presso la Caritas Diocesana di Aversa (Vicolo S. Agostino, 4). “Questa giornata assume un senso ancora più profondo nei difficili tempi che viviamo al giorno d’oggi”, osserva don Evaristo Rutino, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes. “Lo stesso Papa Francesco ha rivolto accorati e ripetuti appelli a favore dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime della tratta; appelli che devono essere compresi alla luce di una profonda preoccupazione per tutti gli abitanti delle periferie esistenziali. Accoglienza e inclusione, dunque, rientrano nel disegno di Dio”.

“Non si tratta solo di migranti”

“Non si tratta solo di migranti”, questa la sigla che accompagna quest’anno la Giornata Mondiale: difatti, come sottolinea il Santo Padre nel suo messaggio, ad essere in gioco non è solo la causa dei migranti, ma tutti noi, il presente e il futuro della famiglia umana. I migranti “ci aiutano a leggere i segni dei tempi, (…) a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”.

Pregnante e accurata, dunque, appare la scelta del brano evangelico che costituisce il cuore della veglia di preghiera: la pagina del Vangelo di Matteo (14,22-33) che racconta il turbamento e la paura dei discepoli alla vista del loro Maestro che cammina sulle acque. “Il Signore è venuto a liberarci dalla schiavitù delle nostre paure, in particolare del timore verso gli “altri”, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri”, aggiunge don Carmine Schiavone, direttore della Caritas diocesana. “Non dimentichiamo la lezione del Sommo Pontefice, che definì perfino legittimo questo timore a causa della mancanza della giusta preparazione a questo incontro con l’altro che, però, è anche incontro con Cristo”. L’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato e il carcerato che bussa oggi alla nostra porta è Gesù stesso che chiede di essere incontrato e assistito. “La parola del figlio di Dio – conclude don Evaristo Rutino – non lascia spazio a dubbi di sorta quando afferma ‘tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ (Mt 25,40)”.

 

redazione

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