Il fumo altera l’immunità e fa esplodere il tumore al pancreas, lo studio del 2025

Fumo di sigaretta

Sempre più accertato il nesso tra fumo di sigaretta e tumore al pancreas-ireporrters.it

Franco Vallesi

6 Settembre 2025

La ricerca americana chiarisce come le tossine delle sigarette alterano il sistema immunitario, favorendo la crescita del tumore pancreatico nei fumatori.

Il tumore del pancreas è tra i più aggressivi e difficili da trattare, ma ora la scienza fa luce su un legame cruciale che riguarda milioni di persone: il fumo di sigaretta. Un nuovo studio ha identificato un preciso meccanismo biologico che spiega perché chi fuma ha un rischio maggiore non solo di sviluppare questa forma di cancro, ma anche di andare incontro a una progressione più rapida e letale della malattia.

Le tossine del fumo spingono il tumore verso le metastasi

Lo studio, pubblicato sulla rivista Cancer Discovery, è stato condotto da un team dell’Università del Michigan, che ha analizzato come una delle sostanze chimiche dannose presenti nel fumo – la 3-MC, un composto cancerogeno – interagisca con il sistema immunitario e con il microambiente del tumore del pancreas.

Pancreas
Smettere di fumare per abbassare il rischio-ireporters.it

Somministrata a topi affetti da carcinoma pancreatico, questa sostanza ha scatenato una risposta immunitaria anomala. Al centro dell’analisi c’è l’interleuchina-22 (IL22), una citochina che funziona come messaggero tra cellule immunitarie e tessuti. In un organismo sano, l’IL22 contribuisce alla riparazione dei tessuti danneggiati, ma in presenza del tumore e sotto l’influenza del fumo, diventa un alleato pericoloso.

Il risultato? Una crescita accelerata del tumore e la formazione di metastasi in tempi estremamente rapidi. Un effetto che non si è verificato nei topi privati del sistema immunitario, segnale chiaro che il meccanismo sfruttato dalle tossine del fumo passa proprio dal sistema immunitario alterato.

Il ruolo delle cellule Treg e le nuove frontiere della terapia

Gli scienziati hanno scoperto che tutto ruota attorno alle cellule T regolatorie (Treg). Queste cellule, che normalmente hanno il compito di evitare reazioni autoimmuni e mantenere sotto controllo le infiammazioni, diventano nel contesto tumorale una sorta di “guardia abbassata” per il sistema immunitario.

I fumatori affetti da tumore del pancreas presentano una quantità maggiore di cellule Treg rispetto ai non fumatori. Queste cellule non solo producono IL22, ma sopprimono drasticamente l’immunità antitumorale, facilitando la proliferazione del cancro.

Il team ha testato la rimozione delle cellule Treg nei topi e i risultati sono stati sorprendenti: il tumore ha smesso di crescere, nonostante la presenza delle sostanze chimiche legate al fumo. In parallelo, bloccando il legame tra le tossine delle sigarette e l’IL22, è stato osservato un calo significativo della massa tumorale.

Anche nei campioni umani, prelevati da pazienti fumatori con tumore pancreatico, si è registrata una forte presenza di Treg e una correlazione diretta tra fumo, IL22 e crescita tumorale.

Queste scoperte aprono scenari concreti su nuove strategie terapeutiche: da un lato bloccare le molecole tossiche del fumo che stimolano IL22, dall’altro agire direttamente sulle cellule Treg per riattivare il sistema immunitario e potenziare le cure esistenti, incluse le immunoterapie.

Un nuovo approccio per trattare i fumatori colpiti da tumore

In un’epoca in cui l’oncologia è sempre più orientata alla personalizzazione delle cure, questi risultati rappresentano un passo avanti cruciale. I fumatori con tumore del pancreas potrebbero infatti beneficiare di trattamenti su misura, mirati a neutralizzare i danni immunitari causati dalle sigarette.

Secondo le proiezioni aggiornate al 2025, in Italia si registrano oltre 14.000 nuovi casi di tumore del pancreas ogni anno, con un tasso di sopravvivenza ancora molto basso. La prevenzione resta un’arma fondamentale, ma la possibilità di intervenire sul microambiente tumorale nei pazienti fumatori offre nuove speranze.

La prossima sfida sarà trasferire questi risultati dai laboratori alla clinica. Alcuni farmaci in fase sperimentale già puntano all’inibizione dell’IL22 e delle cellule Treg, ma servono studi clinici più ampi per verificarne l’efficacia e la sicurezza nei pazienti.

Nel frattempo, questa scoperta ribadisce con forza un messaggio troppo spesso ignorato: il fumo non è solo un fattore di rischio per il cancro, ma può compromettere gravemente le chance di sopravvivenza, alterando i meccanismi naturali di difesa del nostro organismo.

In un momento in cui la medicina cerca di capire come convivere con il cancro, questa ricerca ci ricorda che l’ambiente biologico intorno al tumore è spesso altrettanto importante quanto il tumore stesso. E che le scelte personali, come il fumo, non solo aumentano il rischio di ammalarsi, ma possono compromettere la risposta del corpo alle terapie, rendendo ancora più arduo il cammino verso la guarigione.

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