INPS, scatta l’allarme: i pensionati hanno solo 60 giorni di tempo

INPS, scatta l’allarme: i pensionati hanno solo 60 giorni di tempo - ireporters.it

Lorenzo Fogli

29 Settembre 2025

L’Istituto richiede una conferma dei requisiti entro 60 giorni, pena la sospensione o la revoca dell’assegno.

Ricevere una lettera dall’INPS non sempre significa un semplice promemoria. In questi giorni, molti pensionati hanno trovato nella cassetta della posta – cartacea o elettronica – una comunicazione ufficiale che richiede attenzione immediata. Non si tratta di un avviso generico, ma di un atto formale con scadenza precisa: 60 giorni dalla ricezione per fornire una risposta.

Cosa prevede la comunicazione dell’INPS

L’avviso riguarda tutti i beneficiari di pensioni, assegni o sussidi erogati dall’Istituto. La richiesta è chiara: confermare la propria posizione e i requisiti che danno diritto al pagamento delle prestazioni. La mancata risposta entro i termini stabiliti comporta il rischio di sospensione dei pagamenti o, nei casi più gravi, la revoca definitiva dell’assegno.

Il termine concesso è di due mesi, durante i quali il cittadino deve trasmettere la documentazione o aggiornare i dati richiesti. L’INPS ha specificato che la mancata adesione può portare non solo al blocco dei futuri pagamenti, ma anche alla perdita delle somme già maturate e non ancora riscosse. Per rispondere all’avviso sono previsti più canali: accesso al portale INPS tramite credenziali SPID, CIE o CNS; presentazione diretta presso gli uffici territoriali; supporto tramite CAF o patronati, che possono seguire l’intera pratica per conto del cittadino.

Le conseguenze e i consigli pratici

Ignorare la comunicazione può tradursi in un problema serio. Nel caso di sospensione dell’assegno, infatti, la riattivazione non è immediata: potrebbe essere necessario affrontare un iter amministrativo complesso, con tempi più lunghi e possibili ritardi nella ripresa dei pagamenti.

Per evitare complicazioni, l’INPS raccomanda ai pensionati di verificare regolarmente la posta e la casella di posta elettronica, dove possono arrivare ulteriori avvisi. È altrettanto importante mantenere sempre aggiornati i dati personali e di contatto presso l’Istituto, così da non rischiare di perdere comunicazioni fondamentali. Chi ha dubbi può rivolgersi a un CAF o a un patronato, che offrono assistenza gratuita nella gestione delle pratiche. La scadenza non va in nessun caso trascurata: i 60 giorni concessi rappresentano un margine sufficiente, ma la risposta deve arrivare in tempo utile per non compromettere la continuità del pagamento della pensione.

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