Insegnanti in pensione a 60 anni? Arriva il riscatto laurea agevolato a soli 900 euro l’anno

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Riscatto della Laurea semplificato: cosa prevede la proposta di legge-ireporters.it

Franco Vallesi

23 Settembre 2025

Una legge punta ad abbassare il costo del riscatto della laurea per anticipare la pensione a 60 anni

Ridurre da oltre 30.000 euro a meno di 5.000 il costo del riscatto di laurea per i docenti: la proposta di Fratelli d’Italia arriva in Commissione.

Un riscatto di laurea a soli 900 euro l’anno, contro gli oltre 6.000 attuali, per consentire al personale scolastico di andare in pensione a 60 anni. È questo il cuore della proposta di legge n. 1413, presentata dalla senatrice di Fratelli d’Italia Carmela Bucalo, ora all’esame della Commissione Affari sociali del Senato. Se approvata, potrebbe rivoluzionare l’uscita dal lavoro per docenti, personale ATA e dirigenti scolastici, introducendo un meccanismo agevolato e sostenibile per recuperare gli anni di studio universitario ai fini pensionistici.

Cosa prevede la proposta sul riscatto della laurea agevolato

Oggi riscattare un corso di laurea di cinque anni costa mediamente oltre 30.000 euro, una somma proibitiva per molti lavoratori del comparto scuola. La nuova proposta intende ridurre l’aliquota di computo al 5%, abbassando il costo del riscatto a circa 900 euro per ogni anno di studio. Il testo precisa che l’intervento sarebbe sostenibile per le finanze pubbliche, mantenendo comunque l’efficacia del riscatto ai fini pensionistici.

Il vantaggio immediato sarebbe la possibilità di anticipare il pensionamento già a 60 anni di età, per chi ha svolto un percorso universitario completo. La misura si rivolge in particolare a insegnanti, personale tecnico-amministrativo (ATA) e dirigenti scolastici, ovvero a chi opera quotidianamente nel sistema dell’istruzione pubblica e della ricerca.

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Cosa prevederebbe la legge e chi ne potrebbe usufruire-ireporters.it

La proposta non nasce dal nulla: è frutto di un lungo lavoro di pressione sindacale e politica, innescato da una petizione promossa da Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), che ha raccolto quasi 120.000 firme. Una mobilitazione ampia, che ha rimesso al centro del dibattito il tema del riconoscimento degli anni di formazione universitaria come parte integrante della carriera lavorativa.

Obiettivi della legge: turnover, dignità e welfare per la scuola

Il riscatto agevolato della laurea è solo uno degli strumenti individuati per ridisegnare il futuro della scuola italiana. La proposta di legge indica chiaramente obiettivi ambiziosi: contrastare il burnout, agevolare il turnover, incentivare la formazione post-secondaria, ma anche favorire il ricambio generazionale in un comparto sempre più segnato dall’invecchiamento del personale.

Secondo i dati aggiornati, oltre il 55% del corpo docente italiano ha più di 50 anni, e i tempi medi per l’accesso alla pensione superano spesso i 67 anni di età, generando stress, malessere psico-fisico e scarso ricambio. Il riscatto agevolato agirebbe quindi anche come leva di benessere organizzativo, restituendo centralità a chi opera nella formazione.

Non a caso, la proposta è accompagnata da richieste di rilancio del welfare scolastico, tra cui una tantum in busta paga da 145 euro prevista nel 2024 non solo per i professori ma anche per il personale ATA, a testimonianza di una crescente attenzione alle condizioni economiche di chi lavora nella scuola.

La questione del riscatto della laurea è già da tempo al centro del dibattito nazionale, ma con questa proposta si tenta un salto di qualità concreto. Non si parla solo di riconoscimento economico, ma di dignità professionale, valorizzazione delle competenze e costruzione di una scuola più giusta e sostenibile anche dal punto di vista sociale.

La misura, se estesa in futuro ad altre categorie del pubblico impiego, potrebbe diventare un modello pilota per una riforma più ampia del sistema pensionistico, basata su criteri di equità e valorizzazione del percorso formativo. A questo si aggiunge un potenziale effetto leva sull’occupazione giovanile, liberando migliaia di posti di lavoro oggi occupati da personale vicino alla soglia di pensionamento.

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