Intestare casa o auto a tuo figlio? Se lo fai per sfuggire al Fisco rischi grosso

Intestazione figlio casa

La firma su un contratto che può nascondere rischi legali. - www.ireporters.it

Luca Antonelli

6 Settembre 2025

Sempre più italiani provano a sfuggire al Fisco trasferendo case, auto o conti ai figli. Ma non è detto che funzioni.

Intestare beni mobili o immobili ai propri figli per alleggerire il patrimonio personale e aggirare eventuali controlli del Fisco è una pratica sempre più diffusa, soprattutto tra chi teme accertamenti o pignoramenti. Ma la normativa italiana in materia fiscale non lascia grandi spazi a scorciatoie: l’Agenzia delle Entrate ha già chiarito che simili operazioni, se non giustificate, possono essere considerate fittizie. E questo vale anche quando si tratta di donazioni formalmente regolari, se l’intento reale è solo quello di evitare il pagamento di imposte, debiti o sanzioni.

Negli ultimi anni i controlli dell’Agenzia si sono fatti più capillari e automatizzati. Basta un trasferimento di proprietà fuori tempo o senza giustificazione economica per far scattare un’indagine patrimoniale. L’intestazione a un figlio, anche se minorenne, può dunque diventare un campanello d’allarme. Soprattutto quando i beni trasferiti sono di valore rilevante, come un appartamento o una somma consistente.

Quando l’operazione è considerata elusiva dal Fisco

La legge non vieta di intestare un bene al figlio, ma richiede che l’atto sia coerente con la situazione familiare e patrimoniale del donante. Se l’Agenzia riscontra un’intenzione simulata, può ricorrere a strumenti come l’accertamento sintetico o l’accertamento induttivo per ricostruire il reale flusso di denaro. In particolare, le donazioni che avvengono in concomitanza con verifiche fiscali, o poco prima dell’emissione di cartelle esattoriali, sono spesso oggetto di approfondimento.

Intestazione figlio casa
L’intestazione di immobili a figli oggetto di nuove verifiche. – www.ireporters.it

Un caso ricorrente è quello di genitori che cedono una casa o un’auto al figlio, pur continuando a gestirla in prima persona, mantenendo l’uso esclusivo del bene. In queste circostanze, il possesso effettivo prevale sull’intestazione formale, e il Fisco può disconoscere la donazione, ripristinando la tassazione originaria. Il principio giuridico su cui si basa questo meccanismo è quello della sostanza sulla forma, ovvero l’Agenzia guarda alla realtà dei fatti più che ai documenti.

Nel caso di minori, poi, entrano in gioco anche le tutele del giudice tutelare: ogni donazione deve essere formalizzata con atti pubblici e motivata da un chiaro interesse del minore. In assenza di queste condizioni, l’operazione può essere annullata o revocata.

I rischi legali e fiscali per chi aggira la normativa

Chi viene scoperto a trasferire beni per sfuggire a debiti fiscali può incorrere in gravi conseguenze. L’Agenzia può annullare l’atto e avviare un procedimento di revocatoria. In alcuni casi, si può arrivare anche a un’accusa di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, reato previsto dall’articolo 11 del D.lgs. 74/2000. Se il valore dei beni supera determinate soglie, si rischia il procedimento penale.

Le sanzioni possono coinvolgere anche i beneficiari del trasferimento, se dimostrano di essere consapevoli dell’intento elusivo. Non a caso, molte donazioni “sospette” vengono sottoposte a controllo incrociato con i conti correnti e i movimenti bancari, per verificare l’effettiva capacità contributiva dei soggetti coinvolti.

Chi ha ricevuto in passato un bene in modo irregolare farebbe bene a regolarizzare la propria posizione, soprattutto in vista dei nuovi strumenti digitali a disposizione del Fisco, che incrociano dati catastali, anagrafiche, intestazioni e rapporti bancari con sempre maggiore efficacia.

Change privacy settings
×