Un viaggio nei sapori dell’Est: il khachapuri georgiano è una barchetta di pane ripiena di formaggio fuso e arricchita con un tuorlo cremoso. Perfetta anche a casa.
Il khachapuri non è solo una ricetta: è un simbolo nazionale, una coccola calda che rappresenta tutta l’identità culinaria della Georgia. Chi lo ha assaggiato nei ristoranti dell’Est Europa lo ricorda per la sua forma iconica a barchetta, il profumo del formaggio filante e quel tuorlo d’uovo al centro, da mescolare appena sfornato. Oggi questo piatto tradizionale arriva anche sulle nostre tavole, grazie a una versione facile e casalinga che riproduce con semplicità lo spirito dell’originale. E il bello è che bastano pochi ingredienti per ottenere un risultato sorprendente.
Un impasto soffice e una forma inconfondibile
Il nome “khachapuri” si traduce letteralmente con “pane al formaggio”, e già questo racconta molto. Si tratta di una focaccia lievitata, modellata in una forma ovale con le estremità chiuse, che ricorda una piccola barca. All’interno, un cuore generoso di formaggio filante, solitamente una miscela tra formaggi locali, in questa versione sostituiti con scamorza o provola.

Per prepararlo, si parte da un impasto semplice, lavorato con latte tiepido, lievito di birra, zucchero e farina. Dopo una prima lievitazione di circa due ore, si divide in tre porzioni, si formano dei dischi e si farciscono con il formaggio lungo i bordi. Ripiegando i lembi verso l’interno, si ottiene la classica forma a barchetta. Una seconda farcitura al centro completa il tutto. Si spennellano i bordi con una miscela di tuorlo e latte e si cuoce in forno a 190 °C per circa 25 minuti.
Il tocco finale? Un tuorlo d’uovo fresco al centro di ogni khachapuri, da infornare nuovamente per qualche minuto. Il risultato è un pane morbido, profumato e filante, con un contrasto irresistibile tra il calore del formaggio e la cremosità del tuorlo.
Consigli, varianti e trucchi per farlo perfetto
Sebbene la versione tradizionale georgiana preveda l’uso di formaggi locali come il sulguni o l’imeruli, a casa si può ricorrere a soluzioni più pratiche come la scamorza, la provola affumicata o un mix di feta e mozzarella. Per chi ama i sapori decisi, il provolone piccante può fare la differenza.
Un altro ingrediente tipico è il kefir, spesso usato al posto del latte nell’impasto: rende la pasta più soffice e dona un sapore leggermente acidulo che bilancia il formaggio. Se disponibile, vale la pena provarlo.
Il khachapuri si gusta al meglio appena sfornato, con il formaggio ancora filante e il tuorlo che invita ad affondarci il pane. Per un tocco di freschezza, si può aggiungere erba cipollina tritata al momento di servire.
Se ne avanza, si conserva in frigorifero per un giorno e si può scaldare in forno a 180 °C per 5 minuti. Sconsigliato il congelamento, perché rovinerebbe la consistenza del formaggio.
Oggi in molte città italiane si trovano locali georgiani che lo propongono nelle versioni regionali: dall’Adjaruli khachapuri, tipico della zona costiera con il tuorlo a vista, al Megruli, più simile a una focaccia tonda farcita. Ma questa versione casalinga a barchetta resta la più scenografica e replicabile.
Il khachapuri è molto più di un semplice piatto: è una finestra aperta sulla cultura e sull’anima della Georgia, un Paese ricco di tradizioni millenarie, dove il cibo racconta storie di famiglia, ospitalità e legame con la terra.
Preparare questo pane a casa significa portare in tavola un pezzo di quell’identità calorosa e autentica che caratterizza la cucina georgiana. In un mondo che va veloce, la Georgia ci ricorda l’importanza di rallentare, condividere e assaporare ciò che ci unisce: un piatto semplice, caldo, fatto a mano, che sa parlare al cuore.