Il mondo della moda vive un momento storico molto particolare in cui, per avere successo e guardare al futuro, occorre avere una marcia in più e saperla sfruttare al meglio. Come consigliano i professionisti della moda, il punto di svolta per l’intero comparto può arrivare grazie ai giovani designer in cerca di successo che possono portare una ventata nuova, idee innovative e grande voglia di emergere.
D’altronde i grandi marchi sono alla continua ricerca delle migliori novità e per questo motivo sono sempre molto attente al fattore della distinzione. Distinguersi dalla massa, infatti, può fare la differenza, così come seguire i cambiamenti della società ed introdurre, ad esempio, collezioni che superino il concetto di stagione o di genderless. Gli acquirenti in questo momento di crisi sono sempre più orientati verso collezioni uniche, piccole e agili, con un notevole risparmio nella produzione e – sempre importante – un occhio di attenzione alla sostenibilità.
La tecnologia è al centro del mondo della moda. Come? Attraverso le diverse collaborazioni da ricercare con lo smart working, la ricerca di investitori e il lancio di campagne crowdfunding per realizzare i propri progetti. Ovviamente un modo per emergere è quello di essere presenti su piattaforme di fashion luxury shop online, partecipazione a temporary pop up store che offrano non solo la possibilità di vendere i propri prodotti ed allo stesso tempo di farsi notare dal mondo della moda e dai grandi marchi.
Molto importante è la sperimentazione di progetti temporanei che sono utili per capire i propri punti di forza e per migliorare i punti deboli, senza rappresentare un investimento troppo impegnativo e di conseguenza, invalidante.
Uno dei punti più importanti su cui puntare è quello della sostenibilità ambientale. Secondo alcuni studi, il settore della moda è il secondo settore più inquinante al mondo dopo quello petrolifero, ogni anno è responsabile del 10 per cento delle emissioni globali di gas serra (CO2) e contribuisce allo spreco delle risorse idriche per il 20 per cento del totale. Da questo presupposto, però, bisogna ripartire ed ammettere che negli ultimi anni si è assistito ad una svolta epocale. I grandi marchi hanno aperto alle produzioni a basso impatto ambientale, ma soprattutto i brand emergenti si sono impegnati per dare la possibilità di acquistare capi eco friendly.
Rendere un settore più sostenibile anzitutto significa accorgersi dell’importanza e dell’urgenza del tema, in secondo luogo mettere in atto tutti quei processi che consentano una produzione attenta all’ambiente, agli individui e allo stesso tempo al profitto.
Un passo importante è diventare trasparenti e tracciabili, dando così l’opportunità agli stessi brand e ai consumatori di sapere dove e come è stato prodotto un capo in tutte le sue fasi di lavorazione. I materiali e i processi innovativi devono essere più responsabili, come è per esempio il passaggio da un’economia lineare, che prevede che un capo venga gettato alla fine del suo ciclo di vita, a una circolare, che invece reimpiega i materiali estendendone la durata nel tempo.
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