Quando vai in pensione? Aspettativa di vita, la nuova regola cambia tutto: i veri effetti sulla tua data di uscita

Quando vai in pensione Aspettativa di vita, la nuova regola cambia tutto

Luca Antonelli

6 Ottobre 2025

L’età pensionabile in Italia è legata all’andamento dell’aspettativa di vita. Le regole stabiliscono aggiornamenti periodici che incidono sull’uscita dal lavoro e sulla sostenibilità del sistema previdenziale.

Il legame tra età pensionabile e speranza di vita nasce da una scelta normativa volta ad adeguare il sistema previdenziale ai cambiamenti demografici. Dal 2010, con l’introduzione della riforma collegata al decreto legge 78, ogni due anni si procede a un aggiornamento basato sugli indici Istat. Se aumenta la vita media, cresce anche l’età per accedere alla pensione, con riflessi diretti su lavoratori e casse pubbliche.

Perché l’età pensionabile segue l’aspettativa di vita

La ratio della norma è semplice: se la popolazione vive più a lungo, cresce il numero di anni in cui si percepisce la pensione. Senza correttivi, il sistema rischierebbe di non reggere i costi. Per questo la legge prevede che l’età di uscita dal lavoro si alzi gradualmente. Ad esempio, l’età di vecchiaia che nel 2012 era fissata a 66 anni, nel 2019 è salita a 67 e con gli adeguamenti futuri potrebbe aumentare ancora.

Quando vai in pensione Aspettativa di vita, la nuova regola cambia tutto
Le nuove regole su aspettativa di vita e requisiti per l’uscita dal lavoro. – www.ireporters.it

Il meccanismo riguarda anche i requisiti contributivi per la pensione anticipata. Se la vita media si allunga, serve un numero maggiore di anni di contribuzione per ottenere il diritto. L’Istat rileva ogni biennio i dati, il Ministero dell’Economia e quello del Lavoro li recepiscono con decreto, rendendo gli incrementi effettivi per tutti i lavoratori. Non si tratta quindi di scelte politiche contingenti, ma di un automatismo imposto dalla legge.

Le conseguenze pratiche sono rilevanti. Chi è vicino alla pensione deve fare i conti con la possibilità che l’età di uscita slitti in avanti di alcuni mesi. Questo rende complessa la pianificazione individuale e crea incertezza, specie in categorie dove l’usura fisica incide più che in altre. Non a caso il dibattito pubblico continua a interrogarsi su possibili deroghe per i lavori gravosi o usuranti.

Le implicazioni sul sistema previdenziale e sui lavoratori

L’aggancio tra età pensionabile e aspettativa di vita mira a garantire equilibrio finanziario al sistema. Senza questo strumento, l’aumento dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi porterebbe squilibri di bilancio. Secondo le proiezioni, nei prossimi decenni l’Italia vedrà crescere il numero degli over 65, mentre la popolazione in età lavorativa tenderà a ridursi. È in questo contesto che l’adeguamento automatico diventa indispensabile.

Sul piano sociale, però, emergono criticità. Non tutti i lavori sono uguali, e l’aumento dell’età pensionabile pesa in modo diverso. Un impiegato può reggere più facilmente il prolungamento, un operaio in edilizia o un infermiere turnista molto meno. Per questo motivo, negli anni si sono introdotte eccezioni, come l’Ape sociale o le deroghe per categorie fragili, che cercano di bilanciare l’automatismo con una certa flessibilità.

Il sistema resta oggetto di discussione. Ogni aggiornamento Istat porta con sé polemiche e richieste di sospensione. La pandemia, ad esempio, ha inciso sull’aspettativa di vita, riducendo temporaneamente gli indici. In quei casi, la legge prevede che l’età non possa comunque scendere, ma solo restare ferma. Significa che gli adeguamenti sono a senso unico: salgono quando la vita media cresce, non calano quando si riduce.

L’attenzione ora è rivolta ai prossimi dati Istat, che indicheranno se nel 2027 servirà un nuovo incremento. Le decisioni avranno ricadute immediate sui lavoratori nati negli anni Sessanta e Settanta, la generazione che si avvicina alla pensione con regole diverse da quelle dei propri genitori. La questione resta aperta e continua a influenzare non solo i bilanci pubblici, ma anche le scelte individuali di milioni di famiglie.

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