Traffico illecito di rifiuti su tutto il territorio nazionale, scattano misure cautelari per 13 persone in Puglia, Sicilia, Calabria e Campania. L’operazione “All black” dei carabinieri del Noe con i finanzieri del comando provinciale di Taranto, è coordinata dalla Dda di Lecce. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Lecce, Taranto, Brindisi, Palermo, Cosenza, Reggio Calabria, Salerno, Napoli e Caserta. Sequestri per diverse centinaia di migliaia di euro.
Le indagini hanno permesso di ricostruire diverse operazioni illecite di movimentazione di ingenti quantita’ di rifiuti, urbani e industriali, anche di tipo pericoloso, che dalla Campania erano dirette in Puglia. Per gli investigatori le modalita’ illecite di smaltimento e trasporto dei rifiuti hanno coinvolto “una pluralita’ di soggetti tra produttori, trasportatori, intermediari, riceventi, deputati allo scarico e alla ricerca dei siti in cui tombare i rifiuti” e ognuno di loro ha fornito il proprio contributo, anche di natura tecnica. Ingente il danno ambientale essendo state illecitamente smaltite piu’ di 600 tonnellate di rifiuti speciali, anche di tipo pericoloso, generando, altresi’, una concorrenza sleale tra le aziende produttrici del medesimo rifiuto. Gli indagati, a vario titolo, sono quarantaquattro.
Dietro il traffico illecito un “gruppo pugliese” che avrebbe scelto di recuperare rifiuti in Campania da smaltire nel leccese e nel tarantino, non solo per la vicinanza tra le regioni ma anche in virtu’ dei contatti di uno degli indagati “che – spiegano gli investigatori – poteva vantare numerosi contatti con imprese produttrici di rifiuti, anche pericolosi, che, alla luce delle contingenti difficolta’ a utilizzare il mercato di sbocco privilegiato cinese, avevano necessita’ di reperire siti di smaltimento sul territorio nazionale”.
Nel corso delle indagini sono stati eseguiti, nella flagranza del reato, sei sequestri di rifiuti in procinto di essere sversati in capannoni e cave delle province di Taranto e Lecce, oltre alla ricostruzione documentale di numerosissimi sversamenti effettuati attraverso la falsificazione dei relativi Fir nonche’ la clonazione di autorizzazioni amministrative. I rifiuti per lo piu’ plastiche, gomme, ingombranti, guaine catramate e fanghi provenivano in massima parte da un’azienda autorizzata al trattamento di Sparanise (Caserta) che, grazie a questo sistema, riusciva ad abbattere fortemente i costi di gestione. Tina Cioffo
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