Certificato medico unico, scadenze precise e avvio graduale della riforma che centralizza la valutazione dell’invalidità.
La nuova riforma della disabilità punta a semplificare il percorso di riconoscimento dell’invalidità civile, riducendo gli adempimenti burocratici e affidando tutta la gestione all’Inps. Le modifiche non sono immediate per tutti: si procede per fasi, con province pilota e scadenze già fissate tra il 2025 e il 2027. Cambiano i moduli, il modo di accedere e le modalità con cui verranno valutate le condizioni di salute.
Fasi della riforma e tempistiche operative
La riforma è partita dal 1° gennaio 2025 in alcune province selezionate. Qui, la richiesta di riconoscimento dell’invalidità non avviene più con domanda diretta del cittadino, ma con un certificato medico introduttivo, trasmesso digitalmente dal medico all’Inps. Questo documento diventa l’unico requisito per avviare l’intero procedimento.

Dal 30 settembre 2025, il nuovo sistema sarà esteso ad altre province italiane. Per i residenti in queste zone, resta una scadenza chiave: chi ha un certificato medico rilasciato prima del 30 settembre dovrà inviare la classica domanda amministrativa entro il 29 settembre 2025. Dal giorno successivo, il certificato varrà come avvio automatico della pratica, senza ulteriori passaggi da parte del cittadino.
Il sistema sarà poi applicato a livello nazionale a partire dal 1° gennaio 2027, data in cui l’Inps diventerà il referente unico per tutte le procedure relative alla disabilità. Questo slittamento è stato stabilito per permettere un periodo di transizione più ampio, utile a testare il nuovo modello e risolvere eventuali criticità prima dell’entrata a regime.
Il nuovo impianto normativo introduce anche un allungamento della fase sperimentale da 12 a 24 mesi, proprio per garantire un adattamento graduale. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un sistema più snello, uniforme e digitale, in grado di rispondere in modo più efficace alle esigenze di cittadini e operatori.
Effetti pratici per cittadini e operatori locali
Per chi vive nelle province coinvolte nella seconda fase, il cambio di procedura è già realtà. Dal 30 settembre 2025, il certificato medico introduttivo sostituirà definitivamente la domanda all’Inps. I cittadini dovranno quindi rivolgersi al proprio medico di base o specialista per avviare il percorso, senza compilare moduli o fare accessi online.
Questo cambiamento ha effetti diretti anche sugli uffici comunali, sulle ASL e sugli enti territoriali, che dovranno adattare i propri strumenti e le modalità di lavoro al nuovo sistema. Il certificato inviato digitalmente include già tutte le informazioni necessarie per identificare il cittadino e attivare la valutazione medico-legale.
La riforma introduce anche una nuova visione della disabilità, che non si limita alla diagnosi clinica, ma considera anche il contesto, l’autonomia della persona e le sue capacità residue. Il percorso si articola in valutazione base, accertamento multidimensionale e progetto di vita individuale. Si passa quindi da un modello statico a uno dinamico, che tiene conto delle condizioni personali e ambientali.
Chi ha già ottenuto un riconoscimento prima del 2027 manterrà i propri diritti acquisiti fino al 31 dicembre 2026. Nessuna revisione forzata sarà effettuata su queste posizioni, che resteranno valide secondo le regole precedenti. La stessa cosa vale per le prestazioni economiche e per i benefici legati alla legge 104, finché non cambierà lo scenario normativo.
Il nuovo sistema coinvolge anche un numero maggiore di patologie rispetto al passato. Alle condizioni già incluse nella prima fase – come autismo, diabete, sclerosi multipla – si aggiungono cardiopatie, malattie respiratorie, artrite reumatoide e patologie oncologiche. In questo modo, la sperimentazione diventa più ampia e più rappresentativa della popolazione che accede alle valutazioni.
Il passaggio alla gestione unificata Inps segna un cambiamento importante anche dal punto di vista tecnologico. Sono previsti tutorial, manuali e formazioni dedicate ai medici certificatori per accompagnarli nella nuova procedura, che prevede la firma digitale e la trasmissione telematica di tutti i dati.