Dalla tradizione contadina alla tavola moderna, il risotto alla zucca si conferma il protagonista dell’autunno. Scopri ricetta base, varianti e consigli aggiornati al 2025.
Quando l’aria si fa più fresca e le foglie cominciano a tingersi d’oro, in cucina tornano i profumi di casa. Uno dei più amati? Quello del risotto alla zucca, un piatto che accende il cuore e sa di tradizione. È cremoso, profumato e versatile: perfetto sia per una cena raffinata che per un pasto familiare, magari in occasione di Halloween o di un pranzo domenicale in campagna.
I segreti per un risotto alla zucca perfetto e cremoso
Nato nelle cucine contadine e oggi celebrato da chef e appassionati di cucina, il risotto alla zucca ha nella sua semplicitàil suo punto di forza. Ma attenzione: dietro ogni cucchiaio cremoso si nascondono gesti precisi, tramandati nel tempo e ancora oggi fondamentali.
Tutto comincia con una buona zucca Delica, dal sapore intenso e dalla polpa soda, perfetta per trasformarsi in crema. Si parte col soffritto: cipolla ramata o, per chi vuole un gusto più marcato, scalogno o aglio. A questo si aggiungono cubetti di zucca, rosolati con calma e insaporiti con un pizzico di sale, che aiuta a far emergere i liquidi naturali.

Il cuore del risotto, però, è la tostatura del riso Carnaroli, rigorosamente a secco, per garantire una cottura perfetta. Poi il brodo vegetale: caldo, versato un mestolo alla volta, con pazienza. Niente fretta: la cottura deve essere seguita, coccolata. Dopo circa 20 minuti, quando la zucca è morbida e il riso è al dente, arriva il momento magico: la mantecatura. Una generosa noce di burro, del Parmigiano Reggiano DOP grattugiato, e il gioco è fatto. Il risultato? Una consistenza avvolgente e un profumo irresistibile.
Nel 2025, i dati sui consumi confermano il trend: secondo recenti osservazioni di mercato nel settore agroalimentare, la vendita di zucche Delica è aumentata del 12% rispetto all’autunno 2024, trainata proprio dal successo di piatti come questo.
Le varianti più amate del risotto alla zucca: accostamenti creativi
La forza del risotto alla zucca è anche la sua versatilità. Ogni ingrediente in più può dare al piatto una nuova sfumatura, un diverso equilibrio.
Tra le varianti più popolari troviamo:
Zucca e speck: l’incontro tra dolce e salato, ideale per chi ama i contrasti.
Zucca e gorgonzola: cremosità intensa, sapore deciso.
Zucca e salsiccia: perfetto per i pranzi autunnali più ricchi.
Zucca e funghi porcini: un connubio di bosco e orto, perfetto per i palati più raffinati.
Zucca e robiola: per un risultato delicato, perfetto anche per i bambini.
Ma c’è di più. Nel 2025, sempre più chef stanno sperimentando l’abbinamento con crostacei: il risotto alla zucca con gamberetti, ad esempio, è una variante gourmet che sta spopolando nei ristoranti di fascia medio-alta, soprattutto nelle regioni costiere.
Consiglio degli chef: cuocere i gamberetti a parte, per poi unirli al risotto solo a fine cottura, così da preservarne sapore e consistenza.
Per chi invece desidera attenuare la dolcezza della zucca, meglio evitare le patate (che addensano senza bilanciare) e puntare su un formaggio stagionato come il pecorino romano o il Castelmagno. Un altro trucco? Aggiungere un filo d’olio al tartufo bianco a fine mantecatura.
E per chi segue diete alternative? Alcuni blog di cucina vegana e salutista propongono versioni con riso integrale, rosso o nero, anche se per un vero risotto all’onda la resa non è la stessa. In ogni caso, si consiglia di cercare ricette ad hoc, con tempi e liquidi calibrati.
Il risotto alla zucca, proprio per la sua adattabilità, è diventato uno dei piatti più cliccati e cucinati anche nel mondo digitale. Su TikTok e Instagram è virale la tendenza dei “pumpkin creamy rice bowls”, specialmente tra le nuove generazioni.
Il risotto alla zucca non è solo un piatto. È un racconto che attraversa epoche, generazioni, stagioni. Dal gesto lento di chi taglia la zucca a quello preciso di chi versa l’ultimo mestolo di brodo, ogni passaggio è una piccola forma d’arte domestica. E in un’epoca dove tutto scorre veloce, riscoprire questi riti può significare molto di più che preparare una cena: può voler dire ritrovare il tempo, il gusto, il calore.