Scuola italiana in crisi: l’Italia è ultima in Europa per preparazione al lavoro del futuro

Scuola e formazione

Cattive notizie sul fronte istruzione-ireporters.it

Franco Vallesi

24 Settembre 2025

Solo il 44% degli studenti italiani usa l’IA in classe e il 66% dei docenti non riceve formazione tecnologica.

Il Future of Education Report 2025 mette in evidenza le gravi carenze del sistema scolastico italiano rispetto agli standard europei.

Il sistema educativo italiano si conferma in ritardo sull’innovazione e incapace, al momento, di rispondere con efficacia alle esigenze formative delle nuove generazioni. A sottolinearlo è il Future of Education Report 2025, l’indagine annuale condotta da GoStudent su scala europea che analizza la preparazione scolastica in funzione del mondo del lavoro di domani.

Su un totale di sei Paesi analizzati – Austria, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Italia – il nostro Paese si posiziona ultimo per orientamento all’istruzione futura, con dati che preoccupano non solo sul piano tecnologico, ma anche sul piano umano e psicologico.

La ricerca ha coinvolto 5.859 studenti e altrettanti genitori (tra i 10 e i 16 anni), oltre a 300 insegnanti europei, restituendo un quadro chiaro: la scuola italiana non è percepita come un luogo capace di preparare realmente i ragazzi al futuro. Un dato su tutti: il 49% degli studenti italiani ritiene la scuola inadatta a prepararli per il domani.

Mancanza di IA, formazione inadeguata e poca fiducia: le vere fragilità del sistema italiano

Uno dei numeri più emblematici riguarda la diffusione dell’intelligenza artificiale all’interno delle aule: solo il 44% degli studenti italiani ha accesso a strumenti basati sull’IA, un dato che colloca il nostro Paese sotto la media europeae molto distante dai modelli educativi più avanzati.

Ancora più allarmante il dato relativo alla formazione dei docenti: il 66% degli insegnanti italiani afferma di non ricevere alcuna formazione sull’uso dell’IA, nonostante il 58% di loro sia convinto che queste tecnologie avranno un impatto decisivo sul futuro lavorativo degli studenti. Questo scollamento tra consapevolezza e preparazione operativa riflette una lacuna strutturale nella formazione degli insegnanti, che non può più essere ignorata.

Molto male
Arretratezza nell’insegnamento e formazione tecnologica vicino a zero-ireporters.it

Il report mette in luce anche la debolezza dell’istruzione nella prima infanzia, uno degli anelli più fragili della filiera formativa italiana. A ciò si aggiunge un sottofinanziamento generalizzato, che colpisce in modo particolare il supporto alla salute mentale all’interno degli istituti scolastici. In un momento storico in cui la gestione dello stress è indicata da studenti e famiglie come competenza fondamentale, l’assenza di adeguati percorsi di assistenza psicologica rappresenta un punto critico.

Le proiezioni fornite dallo stesso report parlano chiaro: il 65% dei bambini della scuola primaria svolgerà un lavoro che oggi non esiste ancora. Di fronte a questo dato, la necessità di un salto di paradigma diventa evidente.

Le richieste di studenti, genitori e docenti: nuove materie e valutazioni più moderne

Nonostante le criticità, un elemento positivo emerge chiaramente: l’intera comunità scolastica chiede cambiamento. Genitori, insegnanti e studenti italiani sembrano perfettamente consapevoli della necessità di riformare la scuola, e si dicono pronti ad accogliere modelli più innovativi e allineati con il presente.

Secondo il report, il 62% dei genitori europei – e in particolare italiani – chiede l’abolizione di temi e verifiche tradizionali, ritenuti obsoleti, in favore di nuovi metodi di valutazione. L’86% degli insegnanti italiani preferirebbe valutazioni basate su simulazioni pratiche, un dato ben superiore alla media europea, che si ferma al 74%.

Le materie più richieste? In cima alla lista troviamo cybersicurezza e intelligenza artificiale, considerate prioritarie sia dai ragazzi che dai loro genitori. Si tratta di ambiti strategici in un mondo sempre più digitale, dove le competenze informatiche di base non bastano più.

Anche il tema della gestione dello stress emerge come centrale: i genitori chiedono alla scuola di insegnare tecniche di rilassamento, gestione emotiva e mindfulness, strumenti essenziali per affrontare la pressione degli esami, della performance scolastica e della vita digitale sempre connessa.

Secondo Felix Ohswald, CEO di GoStudent, “l’istruzione nel 2025 è a un bivio. L’intelligenza artificiale sta riscrivendo le regole dell’apprendimento ed è necessario bilanciare tecnologia e umanità per garantire una formazione veramente completa e inclusiva”.

Parole che risuonano in un’Italia dove, pur essendo diffuso il desiderio di miglioramento, manca ancora un piano nazionale concreto che riesca a trasformare le richieste in azioni sistemiche.

Change privacy settings
×