Scuola, nuova circolare: il Ministero chiede meno compiti e orari più umani per gli studenti

Scolari stressati

Alunni e studenti sotto stress: per il ministero la colpa è spesso dei docenti-ireporters.it

Franco Vallesi

27 Agosto 2025

Dopo la stretta sulla condotta, il Ministero torna ad ammorbidire i toni: compiti meno gravosi e interrogazioni più distribuite per migliorare il clima scolastico.

Nel pieno della primavera scolastica, mentre migliaia di studenti si preparano al rush finale dell’anno, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara torna a intervenire con una circolare rivolta a tutte le scuole italiane. Dopo i recenti provvedimenti che hanno irrigidito la valutazione del comportamento – rendendo più difficile ottenere il massimo dei crediti scolastici anche per gli studenti migliori – il messaggio del Ministero prende un’altra direzione: attenuare il carico di lavoro domestico e distribuire in modo più equo le verifiche in classe.

È un doppio segnale: da un lato rigore, dall’altro attenzione al benessere psicologico degli studenti, soprattutto in un periodo dell’anno che, come noto, può essere particolarmente stressante tra prove, interrogazioni e ansia da Maturità.

Più coordinamento tra docenti per evitare sovraccarichi e stress

La circolare ministeriale, firmata a ridosso del super ponte di Pasqua e 25 aprile, invita i professori a limitare i compiti a casa, soprattutto nei periodi di festività o rientri da lunghe pause scolastiche. Ma l’indicazione più forte riguarda le verifiche scritte e orali: il Ministero chiede che vengano programmate con maggiore coordinamento tra insegnanti dello stesso consiglio di classe, evitando la concentrazione di prove in pochi giorni.

Evitare il carico di compiti
Il ministero chiede misura nell’assegnare i compiti-ireporters.it

Una pratica che, come ammette lo stesso Valditara, molte scuole già adottano – in particolare quelle che applicano il metodo delle interrogazioni programmate – ma che continua a essere spesso messa da parte nei momenti critici dell’anno, come le ultime settimane prima della chiusura dei quadrimestri.

Il Ministro sottolinea un principio chiave: la scuola deve creare un clima di fiducia e serenità, capace di sostenere la crescita armonica della personalità di ciascun alunno. Ma non manca un riferimento all’autonomia scolastica, che garantisce alle singole scuole e ai docenti la libertà di scelta didattica. Per questo motivo, la circolare assume i toni di una “raccomandazione forte” più che di un obbligo formale.

Eppure, le indicazioni non sono generiche. Valditara esorta i docenti a non assegnare compiti all’ultimo momento, in particolare evitando di caricarli in serata sul registro elettronico con scadenza per il giorno successivo. Una pratica, quest’ultima, che – pur rara – continua a generare tensioni, soprattutto tra le famiglie degli studenti più piccoli.

Torna il diario cartaceo: uno strumento per la responsabilità individuale

Nella stessa circolare, un passaggio è dedicato a una vecchia – ma mai del tutto superata – abitudine scolastica: l’uso del diario cartaceo. In un’epoca dominata da piattaforme digitali e app didattiche, il Ministro Valditara rilancia il valore della scrittura manuale e dell’organizzazione autonoma degli impegni attraverso il diario personale.

«Una corretta notazione dei compiti anche sul diario», scrive il Ministro, «soprattutto nel primo ciclo di istruzione ma non solo, potrà facilitare la gestione autonoma degli impegni scolastici da parte degli alunni». Una posizione che rientra nella più ampia visione del Ministero, che da gennaio 2025 ha vietato l’utilizzo dei cellulari in classe anche per fini didattici, promuovendo il recupero di strumenti tradizionali.

Nonostante ciò, come sanno bene insegnanti e genitori, il diario cartaceo non è mai scomparso davvero. È spesso ancora oggi un oggetto di culto per studenti delle scuole elementari e medie, ma anche per molti liceali che lo utilizzano come agenda personale. L’obiettivo del Ministero, però, è quello di rafforzarne il valore educativo, rendendolo parte integrante della lezione.

Tra le righe, si legge una volontà chiara: spostare l’attenzione dalla quantità di compiti assegnati alla qualità dell’apprendimento, in un sistema scolastico che – anche alla luce degli ultimi dati Invalsi 2025 – mostra segnali di affaticamento cognitivo tra gli studenti più giovani.

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