Se lavori al PC e hai questi sintomi, potresti avere diritto a una tutela (ma non lo sai)

C’è una legge che ti tutela se usi lo schermo più di 20 ore a settimana (pochi la conoscono)

Lorenzo Fogli

24 Agosto 2025

Sempre più persone passano gran parte della giornata davanti a uno schermo, spesso per lavoro. Le postazioni d’ufficio, le scrivanie domestiche e i monitor accesi per ore senza pause stanno generando un fenomeno diffuso: le patologie da videoterminale. Un numero crescente di lavoratori in Italia accusa disturbi visivi, muscolari e neurologici legati a un’esposizione continuativa ai dispositivi digitali.

Il termine “video-terminalista” (VDT) definisce chi utilizza un dispositivo dotato di schermo per almeno 20 ore a settimana. Una definizione che oggi coinvolge milioni di persone, spesso inconsapevoli dei rischi fisici e psicologici legati alla loro attività. La legge italiana prevede tutele sanitarie, assicurative e previdenziali per chi sviluppa disturbi in ambito lavorativo, ma pochi conoscono nel dettaglio quali siano i propri diritti e a chi rivolgersi.

Dalla vista alla postura: i segnali che non andrebbero mai ignorati

I sintomi più comuni tra chi lavora al computer per lunghi periodi sono bruciore agli occhi, mal di testa, rigidità cervicale, dolore a spalle, mani e schiena, ma anche stanchezza mentale e calo della concentrazione. Questi disturbi, inizialmente transitori, possono diventare cronici se non gestiti in tempo.

Le cause sono diverse: illuminazione sbagliata, riflessi sullo schermo, aria secca, temperature inadatte, ma anche una postazione mal progettata o una posizione seduta statica mantenuta per ore. In molti casi, i fastidi oculari derivano da difetti visivi non corretti o contrasti troppo bassi tra testo e sfondo sul monitor.

C’è una legge che ti tutela se usi lo schermo più di 20 ore a settimana (pochi la conoscono)

I problemi alla schiena e agli arti superiori, invece, sono spesso collegati a sedioli non ergonomici, scrivanie inadatte, tastiere scomode e all’assenza di pause. Se trascurati, questi sintomi possono evolvere in tendiniti, sindrome del tunnel carpale, lombalgie e persino neuropatie.

La normativa vigente (D.Lgs. n. 81/2008, Titolo VII) stabilisce che i lavoratori VDT devono avere pause obbligatorie, visite mediche periodiche, correttivi ergonomici alla postazione e, se necessario, anche occhiali specifici per videoterminale. Spetta al datore di lavoro attivare tutte queste misure, anche su indicazione del medico competente.

Quando la patologia diventa invalidante: tutele assicurative e previdenziali

Non tutti sanno che alcune condizioni legate al lavoro al computer possono dare diritto a forme di tutela INAIL o a un riconoscimento di invalidità da parte dell’INPS.

Se il disturbo è documentato clinicamente e viene riconosciuto un nesso causale con l’attività lavorativa, si può avviare una procedura presso l’INAIL per ottenere il riconoscimento di malattia professionale. Le patologie più ricorrenti in questo ambito sono:

  • sindrome del tunnel carpale

  • tendiniti croniche

  • cervicalgie e lombalgie

  • disturbi della postura prolungata

  • affaticamento visivo persistente

  • stress lavorativo e disturbi dell’umore

Dal lato previdenziale, chi ha una riduzione della capacità lavorativa può fare domanda all’INPS per l’Assegno ordinario di invalidità (AOI). È necessario che il danno sia stabile, documentato e riduca le possibilità di lavorare a meno di un terzo delle capacità originarie. La legge di riferimento in questo caso è la n. 222/1984.

Il riconoscimento può anche arrivare in sede civile, con invalidità parziale o totale, se le patologie rientrano tra quelle elencate nel D.M. 5 febbraio 1992. Anche in questo caso, il lavoratore dovrà fornire documentazione medica dettagliata e sottoporsi a una visita medico-legale.

È quindi fondamentale intervenire su tre livelli:

  1. Prevenzione e sicurezza sul posto di lavoro, con postazioni corrette e pause regolari.

  2. Tutela assicurativa INAIL, per disturbi riconducibili direttamente all’attività svolta.

  3. Tutela INPS, per casi di invalidità accertata che compromette l’idoneità al lavoro.

Il consiglio pratico per chi avverte questi sintomi è:

  • richiedere al medico competente una valutazione scritta;

  • pretendere l’adeguamento della postazione;

  • conservare tutta la documentazione sanitaria e, se necessario,

  • rivolgersi a un patronato per avviare le richieste INAIL o INPS.

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