Con il ritorno alla routine molte persone sperimentano ansia e stanchezza: i segnali da non ignorare.
Il mese di settembre segna per milioni di italiani la fine delle ferie estive e il ritorno alla vita lavorativa. Un passaggio spesso complesso, che può tradursi in quella che i medici definiscono sindrome da rientro, un insieme di sintomi che colpisce chi fatica ad adattarsi di nuovo alla routine quotidiana. Non si tratta di una vera malattia, ma di un disturbo riconosciuto, che si manifesta con ansia, insonnia, calo di concentrazione e in alcuni casi anche malesseri fisici come mal di testa e tensioni muscolari.
Secondo le stime delle associazioni di categoria, tra il 25 e il 30% dei lavoratori dichiara di provare forme più o meno intense di disagio al ritorno in ufficio. La durata varia: per molti i sintomi spariscono in pochi giorni, per altri possono persistere per settimane. A incidere sono diversi fattori, tra cui il livello di stress accumulato prima delle ferie, la qualità del riposo durante le vacanze e il contesto lavorativo in cui si rientra.
I segnali della sindrome da rientro e come riconoscerli
La sindrome post-vacanza si presenta in modi diversi. Alcuni avvertono un senso costante di stanchezza già dalle prime ore della giornata, altri faticano a mantenere la concentrazione e a riprendere i ritmi del lavoro.

L’ansia da rientro è spesso legata alla percezione di non riuscire a gestire le scadenze o alla paura di ritrovarsi sommersi dalle attività arretrate. Non a caso, uno dei momenti più delicati è il primo lunedì dopo il rientro, quando si fa i conti con le e-mail e i nuovi compiti assegnati.
Gli specialisti invitano a non sottovalutare questi segnali, perché possono incidere sul benessere psicologico e sulla produttività. Il corpo manda avvisi chiari: difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, irritabilità e improvvisi cali di energia. Riconoscerli è il primo passo per affrontare la situazione. Anche il confronto con colleghi e amici aiuta: scoprire che il malessere è condiviso riduce la sensazione di isolamento.
Sul piano pratico, adottare piccoli accorgimenti può favorire la ripresa: programmare gradualmente gli impegni, concedersi pause, curare alimentazione e idratazione. Anche una moderata attività fisica contribuisce a scaricare le tensioni e a regolare il ritmo sonno-veglia.
Strategie per affrontare lo stress da rientro e ritrovare equilibrio
Gli psicologi suggeriscono di vedere il rientro non solo come fine delle vacanze, ma come occasione per introdurre abitudini nuove e più sane. Spesso l’errore principale è tornare al lavoro senza alcun periodo di adattamento: il passaggio brusco può amplificare il disagio. Rientrare con qualche giorno di anticipo, riorganizzare la casa e riprendere gradualmente i ritmi è un modo per ridurre lo shock iniziale.
Anche la gestione delle aspettative gioca un ruolo chiave. Affrontare le prime settimane con un piano realistico, evitando di accumulare troppi impegni, permette di non sovraccaricare mente e corpo. Chi lavora in contesti competitivi può trarre beneficio dal fissare obiettivi concreti e limitati, piuttosto che concentrarsi su tutto nello stesso momento.
Un altro aspetto riguarda la sfera personale. Riprendere attività piacevoli al di fuori del lavoro, come sport, lettura o incontri con amici, aiuta a mantenere un equilibrio e a non percepire la giornata come interamente assorbita dagli obblighi professionali. La sindrome da rientro non è un segnale di debolezza, ma una reazione comune al cambiamento di abitudini. Affrontarla con consapevolezza significa trasformare un periodo critico in un’occasione per migliorare la gestione della propria quotidianità.