La riforma introduce il certificato medico introduttivo come unico documento valido per avviare la pratica.
Dal 30 settembre 2025 entra in vigore una nuova fase della riforma sull’accertamento della disabilità. L’Inps ha deciso di ampliare la sperimentazione, portando nelle procedure di nove province italiane il certificato medico introduttivo come unico documento richiesto per avviare la pratica. Chi aveva già iniziato l’iter con le vecchie modalità, dovrà completare la domanda entro il 29 settembre, altrimenti non sarà più valida. Una scadenza che segna uno spartiacque netto tra il vecchio e il nuovo sistema.
Le province coinvolte e la scadenza del 29 settembre
Le province interessate da questa seconda fase sono Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza, oltre alla Valle d’Aosta e alla Provincia autonoma di Trento. In queste aree, dal 30 settembre, non sarà più necessaria la domanda cartacea o telematica: basterà il certificato medico introduttivo inviato dal professionista sanitario.

Per chi ha già iniziato l’iter con il vecchio metodo resta una finestra di tempo limitata. Entro il 29 settembre 2025 dovrà trasmettere la domanda amministrativa, pena la perdita della validità dell’accertamento già avviato. È un passaggio che richiede attenzione, perché riguarda famiglie e cittadini che hanno già presentato documenti e che rischierebbero di dover ripartire da capo se non rispettano le nuove regole.
La scelta dell’Inps segue una prima sperimentazione avviata all’inizio del 2025 in altre province. I risultati hanno spinto a estendere il modello, con l’obiettivo di velocizzare le pratiche e ridurre i tempi di attesa. La novità, già di per sé significativa, comporta un cambiamento concreto per migliaia di persone che devono affrontare la procedura di riconoscimento.
Patologie interessate e prospettive future
La riforma non riguarda soltanto l’aspetto burocratico. Sono state inserite nuove patologie tra quelle che rientrano nella sperimentazione: oltre ad autismo, sclerosi multipla e diabete di tipo 2, ora sono inclusi anche disturbi cardiaci, malattie oncologiche, broncopatie e artrite reumatoide. L’idea è testare la validità del nuovo percorso su un numero maggiore di condizioni cliniche, così da rendere il sistema più rappresentativo della realtà sanitaria italiana.
Il progetto ha una prospettiva a lungo termine. È già stata istituita una segreteria tecnica che affiancherà il ministero per le disabilità fino al 31 dicembre 2027. Per quell’anno è stato previsto anche un fondo aggiuntivo di 900 mila euro, destinato al completamento della fase di sperimentazione e al monitoraggio dei risultati.
Il percorso definito prevede tre passaggi chiave: estensione della sperimentazione nel 2025, valutazione dei dati nel biennio successivo, e applicazione su scala nazionale dal 1° gennaio 2027. A regime, il certificato medico introduttivo diventerà l’unico strumento necessario per accedere alla procedura di accertamento, eliminando la domanda amministrativa e alleggerendo il peso burocratico sulle famiglie.