Traffici di rifiuti, tornano i tombamenti e rischio mafia nei fondi per l’ambiente

Dal Forum Polieco sull’economia dei rifiuti, i magistrati di Roma, Napoli e Milano, lanciano allarme rispetto ad un ritorno ai tombamenti dei rifiuti del Nord al Sud e al pericoloso interesse delle mafie nel Pnrr.

I rifiuti del nord stanno ritornando al sud e lo smaltimento illegale si sta nuovamente muovendo lungo la traccia dei tombamenti e dei roghi. A lanciare l’allarme è stata Eugenia Pontassuglia, Sostituto Procuratore della Dna, intervenendo a Napoli al Forum Polieco sull’economia dei rifiuti. “Gli imprenditori che hanno come unico obiettivo massimizzare il profitto si affidano agli intermediari che – ha detto Pontassuglia- non si preoccupano dell’eticità dello smaltimento ma ricorrono ancora una volta al tombamento dei rifiuti nei terreni, nelle cave e a qualsiasi altra soluzione come l’incenerimento selvaggio. E’ stato ricostruito un complesso traffico organizzato retto dalle attività di un gruppo criminale di Taranto attraverso un giro di società fittizie con colleghi in Campania ed in Piemonte”.

Il quadro odierno –ha rincarato Antonello Ardituro sostituto procuratore della Procura di Napoli- ci riporta al 1997 e ci fa tristemente dire che siamo dove eravamo. Nella programmazione della transizione ecologica si guarda all’impatto del futuro senza risolvere l’impatto del passato che certamente non è irrilevante. E’ stato dimostrato che esiste una stretta correlazione tra inquinamento e danni alla salute ma stanno arrivando soldi per la riqualificazione delle imprese, per il miglioramento nei trattamenti e non avremo un euro per bonificare. Le mafie hanno capito che quei fondi sono oro e non si faranno scappare l’opportunità”. Ardituro ha sottolineato “il rischio concreto dell’appannaggio delle mafie infiltrate anche nella transizione ecologica. Un vero e proprio paradosso”. E ancora: “Possiamo continuare a trattare il fenomeno dei traffici con vecchi strumenti di indagini definibili artigianali? Ovviamente la risposta è no e piuttosto dovremmo guardare con interesse all’intelligenza artificiale proprio per i reati ambientali con un’azione di prevenzione delle rotte e dei traffici”.

Per Silvia Bonardi pm della Dda di Milano: “Il fenomeno dei traffici dei rifiuti è per gran parte ormai in mano alla mafia. E’ chiaro che serve una politica che vada oltre le indagini ed i procedimenti giudiziari. Dopo aver scoperto i traffici, sequestrate le imprese ed i terreni, averli portati fino all’ultimo grado di giudizio è chiaro che bisogna poi agire nell’alveo delle bonifiche e del riutilizzo di quelle confische. Ed invece, si resta fermi dando la colpa alla mancanza di fondi. Le falle sono evidenti e mi chiedo come mai non si sia pensato per esempio, a destinare una parte del fug generata dalle confische delle indagini penali alle bonifiche”.

 

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