“Via i morti che non sono nostri”. Problema loculi al cimitero di Casal di Principe

di Tina Cioffo- Dai social l’invito a scacciare i morti che non sono di Casal di Principe. Sul tavolo però, c’è l’ampliamento del cimitero che dovevano fare i Mastrominico.

“Nel cimitero di Casal di Principe devono essere seppelliti solo i casalesi”. E’ l’ultima strenua difesa di un campanilismo così esasperante da far impallidire il più duro nazionalismo. Nemmeno “A Livella” di Totò avrebbe osato tanto. Eppure, l’invito all’amministrazione comunale di prevedere un regolamento ad hoc che tenga lontano gli stranieri dalle tombe casalesi è stato diffuso mezzo social. Coloro che lo hanno letto si sono divisi a metà. Da una parte quelli che hanno sorriso dando libero sfogo all’ironia e dall’altra quelli che hanno approfittato per sollevare il problema della mancanza di loculi.

Ampliamento del cimitero

Un problema serio sollevato già da tre anni con trattative, proposte, rinvii e rimodulazioni. Il punto è l’ampliamento del cimitero comunale di Casal di Principe, in via Cavour. Il vecchio progetto prevedeva la costruzione di 3500 loculi. L’appalto era stato vinto dalla ditta Mastrominico. Nel vecchio contratto di quei 3500 loculi, buona parte dovevano essere acquistati dal Comune e questo nel caso in cui non fossero stati venduti. Questa clausola, sicuramente di primo ordine, avrebbe generato un sistema nel quale a guadagnarci sarebbe stato solo l’imprenditore che costruiva senza rischio di giacenza, mentre per le casse comunali sarebbe stato un disastro. Ogni loculo costa infatti dai 1500 ai 2000mila cadauno e moltiplicando le cifre, il conto è presto fatto.

Dai Mastrominico all’ANBSC

Dal 2014 l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati amministra l’azienda degli imprenditori Pasquale e Giuseppe Mastrominico, che secondo la magistratura avrebbero tessuto rapporti con il gruppo di Antonio Iovine alias ‘o ninno, oggi collaboratore di giustizia e fatta fortuna grazie alle agevolazioni ottenute dal clan dei Casalesi. I Mastrominico avevano vinto l’appalto per l’ampliamento cimiteriale, sotto la lente d’ingrandimento della Procura, anche nel comune di Marano di Napoli. I lavori sono andati avanti per tre anni, seguiti dall’amministratore giudiziario. Uguale cosa si pensava potesse accadere anche a Casal di Principe.

Ma l’Agenzia non risponde

Questo, almeno il tentativo messo in atto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renato Natale, rideterminando la quantità dei loculi da costruire: non più 3500 ma poco più di 1000. Meno della metà dunque e non solo per una questione di effettive esigenze calcolate sulla base del numero di abitanti e di eventuali richieste ma anche per una regione prettamente economica. Lo scoglio però non è stato superato e questo perché dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, alle continue sollecitazioni degli amministratori comunali a firma del sindaco Natale non arrivano risposte.

Atteggiamento inaccettabile

Un primo incontro doveva esserci prima delle scorse elezioni comunali, poi rinviato alla prima metà di luglio, poi ancora ad agosto. Ad oggi dall’Agenzia e dunque dallo Stato nulla si è saputo. L’atteggiamento è stato più volte definito assurdo da Natale che ha messo tutto nero su bianco con tanto di denunce. «Se il nostro interlocutore non fosse stato lo Stato, avremmo già rescisso il contratto e proceduto per la nostra strada. La proposta che era agli atti era inaccettabile, avremmo generato altri debiti senza alcuna necessità. Inaccettabile è anche l’atteggiamento che ci è stato riservato», ha detto il sindaco Natale. Il prossimo incontro è stato fissato per il 3 ottobre.

 

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