Regione sotto accusa, dopo la Nco situazione complicata anche per la coop Davar. La presidente: “Aspettiamo pagamenti dal 2017”

Regione Campania sotto accusa, dopo la Nco situazione complicata anche per la coop Davar. La presidente: “Aspettiamo pagamenti dal 2017”

Con l’annuncio di una possibile chiusura della Nuova Cucina Organizzata, Antonio De Rosa, presidente della cooperativa Agropoli che gestisce il ristorante sociale ubicato in un bene confiscato alla camorra, ha lanciato un’enorme pietra nello stagno ma la situazione è ancora più grave di quanto di possa pensare.

Situazione complicata anche per Davar. Regione assente e i Comuni non pagano

Nella stessa condizione si trova anche la cooperativa sociale Davar, guidata da Tina Borzacchiello, che gestisce la cioccolateria sociale Dulcis in Fundo, in un altro bene confiscato di Casal di Principe. “La situazione che viviamo è ormai sempre più insostenibile e non so neppure come abbiamo fatto ad andare avanti per tutto questo tempo”, spiega Borzacchiello. La Davar ha in cura 10 budget. Dall’ambito sociale di Lusciano li aspetta dal 2017. L’ambito di Casaluce è fermo al 2018. Il comune di Maddaloni ha perfino rifiutato le sue fatture mentre con quello di Caserta è in atto un contenzioso che ha costretto la Davar a pagare un avvocato per intentare un decreto ingiuntivo. Intanto tutto il 2019 è trascorso senza avere fondi. “Siamo maltrattati da tutti e a pagarne sono prima di tutto gli utenti e gli operatori sociali che lavorano nel settore. Se le cose andassero così come dovrebbero e senza rimpalli di responsabilità, gli operatori potrebbero essere più adeguatamente remunerati e le cooperative potrebbero pensare a migliorarsi investendo nuove risorse. In questo stato di cose, invece, la stessa gestione è un miracolo ma mi chiedo fino a quando potremo ancora continuare?”, denuncia la Borzacchiello.

Se poi si aggiunge che la maggior parte delle cooperative che gestiscono budget di salute con l’inserimento di soggetti svantaggiati, riutilizzano anche beni confiscati alla camorra trasformando il maltolto della criminalità organizzata in un’opportunità sociale, allora il quadro del disimpegno istituzionale diventa ancora più gravoso e a poco servono le promesse se poi non seguono fatti.

Antonio De Rosa, presidente della Cooperativa Sociale Agropoli che gestisce la Nuova Cucina Organizzata, ribadisce e chiarisce in un video il senso della nostra battaglia.

Pubblicato da Nuova Cucina Organizzata su Venerdì 20 dicembre 2019

Senza parità

De Rosa della cooperativa Agropoli il 20 dicembre, nel corso della presentazione dell’iniziativa Facciamo un Pacco alla camorra in Regione Campania ha sottolineato la necessità di una nuova programmazione dei tempi e delle modalità certe dei pagamenti dei budget di salute. Essendo servizi socio sanitari, la Regione ha deciso di far pagare la metà dei servizi erogati agli ambiti sociali e dunque ai Comuni che però essendo per la maggior parte in sofferenza di cassa non versano le quote necessarie a discapito proprio delle cooperative. Stessa situazione invece non avviene- secondo quanto ha denunciato De Rosa- per i grossi centri, decisamente più tutelati dal sistema sanitario ipotizzando “una sottile strategia per favorire i grossi potentati della sanità e per smantellare, finalmente e per sempre, il riformismo innovativo insito nella sperimentazione del sistema”.

Le reazioni scatenatisi non hanno per il momento risolto il problema ed intanto la data ultima per la chiusura della Nco del 7 gennaio, indicata da De Rosa si avvicina. Solidarietà e solerzia ad una soluzione immediata sono state espresse da associazioni di volontariato (Comitato don Peppe Diana, Csv, Libera), dal sindacato della Fim Cisl, dal presidente della Commissione parlametare antimafia Nicola Morra, dal consigliere regionale 5s, Vincenzo Viglione e dalla presidente del consiglio regionale Rosa D’Amelio. Tina Cioffo

 

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